TERAMO – Dopo la salvezza conquistata con il netto 3-0 rifilato ai cugini farnesi nella serie playout, in casa Teramo Basket 1960 c’è stato il “rompete le righe” ordinato da coach Massimiliano Domizioli. É tempo quindi di tracciare i primi bilanci di questa stagione impegnativa, difficile sotto tanti aspetti ma che alla fine ha riservato una seconda parte e soprattutto un finale molto positivi da cui la società biancorossa vorrà ripartire con maggiore slancio ed entusiasmo.
Dicevamo quindi tempo di analisi e bilanci e, a tal proposito, non sono passate affatto inosservate le statistiche di Simone Aromando. Sono stati tantissimi i miglioramenti del nostro “Flying Boy”, giunto a Teramo con tanta voglia di fare per riscattare un’annata non positiva a Faenza in cui ha avuto poco spazio. Il numero zero nativo di Monza ci è riuscito sotto tantissimi aspetti, basti vedere che è stato eletto tra i migliori tre under dei quattro gironi di Serie B, vincendo la classifica dei rimbalzi totali (9.7 a partita, con il primo posto anche nei rimbalzi offensivi grazie alle 3.3 carambole catturate di media) ed arrivando quinto nella classifica dei migliori marcatori del Girone C (15.7 punti di media). A questo aggiungiamo anche il premio consegnatogli dalla Lega Nazionale Pallacanestro come miglior under del mese di dicembre. Tante piccole soddisfazioni che hanno permesso a Simone, insieme ovviamente ai propri compagni di squadra, di contribuire in maniera determinante alla salvezza del Teramo Basket 1960.
Simone che tipo di campionato è stato quello che si è appena concluso?
Dal punto di vista generale è stato un campionato dai due volti. La prima parte è stata molto difficile, eravamo una squadra che aveva poca chimica alla quale si è aggiunta anche molta sfortuna (vedi le partite perse in modo rocambolesco contro Ancona, Corato, Chieti e San Severo). Da metà stagione in poi, con l’arrivo dei nuovi giocatori (Marsili, Canelo, Kekovic e Sebrek) siamo diventati una squadra molto più unita perché sapevamo tutti quello che dovevamo fare in campo, con ognuno di noi che ha preso consapevolezza del proprio ruolo (chi il trascinatore, chi invece il gregario). Da quel momento ci siamo uniti come squadra e soprattutto come gruppo, a febbraio/marzo abbiamo fatto vittorie importanti contro formazioni molto forti che occupavano i primissimi posti della classifica, di questo dobbiamo essere orgogliosi e dobbiamo vedere il bicchiere mezzo pieno.
Che cosa ti ha lasciato questa stagione a livello personale?
Queste stagioni servono per forgiarti il carattere e fare tantissima esperienza. Anche giocare i playout una serie derby contro Campli, che ha dato il 110%, ti forma in maniera indelebile dal punto di vista caratteriale e ti fa crescere in maniera rapida, permettendoti di superare le tue “paure”. Di questa salvezza dobbiamo essere fieri ed orgogliosi così come dobbiamo essere orgogliosi del gruppo che è rimasto sempre unito, impegnandosi continuamente e in ogni momento. Una salvezza acquisita in questo modo, con il derby contro Campli, vale paradossalmente molto di più di una salvezza diretta e sono felicissimo di aver dato il mio contributo per la permanenza del Teramo Basket nella terza serie nazionale.
Hai ricevuto tanti riconoscimenti durante l’anno e le statistiche ti pongono come uno dei migliori giocatori del Girone C, nonché come uno dei giovani prospetti più interessanti.
Sono contentissimo del mio campionato, ero consapevole che a Teramo dovevo dare tutto me stesso per far vedere quello che ero e quello che sono, dopo che a Faenza non mi era stata data questa possibilità. Qui ho trovato una società, uno staff e un allenatore che mi hanno dato sempre tanta fiducia. Mi dispiace di non aver dato il 120% in alcune partite ma ho sempre fatto il massimo. Sono felice di far parte della classifica marcatori ed essere il miglior rimbalzista del girone, sono orgoglioso di me stesso ma, allo stesso tempo, sono consapevole che questo è solo l’inizio e che dovrò lavorare ancora tanto per salire ulteriormente di livello.