TERAMO – “La chiusura generalizzata delle scuole per motivi sanitari non sia il segno di una resa istituzionale ma uno strumento per intervenire subito e consentire ovunque, la ripresa rapida in presenza e in sicurezza. Facciamo sì che il tempo forzato della chiusura delle scuole non si traduca in un ulteriore periodo improduttivo, ma diventi una opportunità significativa per cominciare ad uscire dalle sabbie mobili in cui la pandemia ciclicamente ci fa ripiombare” lo si apprende in una nota del sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto che aggiunge quanto segue.
“La decisione del Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, annunciata ieri ai sindaci durante la riunione della cabina di regia istituzionale e sanitaria, può e deve diventare una occasione per adottare finalmente misure richieste ed imposte dalla situazione, e non deve tradursi nell’ennesimo sacrificio fine a se stesso chiesto a studenti e famiglie. Sono due gli indirizzi, a questo punto, su cui è necessario muoversi. Intanto vanno rivisti e attualizzati all’evoluzione dei fatti i protocolli sanitari, adeguandoli alle varianti del virus che costituiscono ormai la nuova grande insidia dell’epidemia.
Contestualmente, anche in virtù del vuoto di attività che inevitabilmente è determinato dalla chiusura delle aule, vanno completate le campagne di prelievo dei tamponi e di vaccinazione a tappeto dell’intera popolazione scolastica, comprendendo anche i nidi e le scuole dell’infanzia.
La questione reale continua ad essere non quella della mera chiusura delle scuole, risposta che già manifesta una sua inadeguatezza in un’ottica generale, ma ‘come’ procedere alla riapertura e alla continuità delle stesse, facendo in modo che una volta che si rientri nelle classi, questo possa verificarsi nella massima tutela di tutti coloro che varcano le soglie dei portoni scolastici.
Il rischio più alto, oggi, è quello di far risultare tali decisioni incomprensibili alla popolazione ed ancor di più ai più giovani: davanti a messaggi contrastanti delle istituzioni, è assai probabile che si generi un clima di sfiducia e rigetto verso le nuove restrizioni imposte.
Se non verrà messo in campo tutto quanto sopra riportato in materia di protocolli, tracciamento e vaccinazioni, come riusciremo a spiegare ai ragazzi e alle ragazze il perché delle scuole chiuse, mentre molte altre attività restano aperte? Sembrerebbe quasi che la scuola sia più pericolosa e meno importante di un caffè o una passeggiata per il centro cittadino. E ciò sarebbe inammissibile.
Chiedo questo come presidente dell’Associazione Nazionale Comuni d’Abruzzo e anche come sindaco che vive quotidianamente le difficoltà e le perplessità che emergono dal mondo della scuola.
Insomma non dobbiamo concepire il nuovo provvedimento di chiusura come una resa, quasi testimonianza di impotenza di fronte ad un evento eccezionale, ma come una risposta capace di far superare le difficoltà, affrontandole e trovando le risposte adeguate per sconfiggerle”.