Il nuovo ricorso si basa sulla necessità di ripristinare la legalità della formazione del calendario venatorio abruzzese, anche in ottica futura. Con questo ricorso di mira ad ottenere da parte del Tribunale amministrativo il ripristino delle specie cacciabili e dei relativi periodi di caccia.
La Regione, infatti, di sua iniziativa, contrariamente a quanto stabilito dalla Legge nazionale sulla caccia, che decide le specie cacciabili, ha deciso di propria iniziativa di cancellare alcune specie e di restringere il periodo di caccia per altre. Iniziativa che è in totale contrasto con una Legge sovrastante, come speriamo accerti il Tar.
Nel ricorso di Federcaccia ci sono anche ulteriori aspetti che sono a nostro avviso contrari alla legge e incostituzionali, Ci spiace che l’assessorato alla caccia continui a perseguire una linea politica illegittima.
L’assessore alla caccia Dino Pepe, alle soglie di una campagna elettorale dove non troverà sicuramente il consenso e l’appoggio dei cacciatori, ha preferito continuare con ottusità politica sulla sua strada, piuttosto che aprire un serio e sereno confronto con i cacciatori. I quali chiedono solamente il rispetto delle leggi.
L’assessore Pepe, che già punta al nuovo piano faunistico venatorio, non deve dimenticare di seguire la linea politica sulla base di quello esistente che, fino ad approvazione del nuovo, ha valore ed esplica i suoi effetti legali. Le ripetute affermazioni dell’assessore e dei suoi uffici sembrano voler significare l’assenza totale del piano faunistico, cosa che invece non è vera.
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