Soluzioni e prevenzione del fenomeno.
TERAMO – Le Associazioni ambientaliste ed animaliste hanno di recente incontrato il Sindaco di Teramo Brucchi, l’assessore all’ambiente Di Stefano e il consigliere con delega al problema del randagismo Fracassa per chiarire alcuni aspetti dell’Ordinanza del 1/12/2009 sulla gestione di cani e gatti sul territorio comunale. Le tematiche affrontate vanno dall’utilizzo della museruola secondo la normativa nazionale vigente, al divieto di passaggio nelle vicinanze delle strutture scolastiche, al libero accesso nei parchi fluviali con vincolo di guinzaglio, al ritiro delle feci del cane, norma per altro già obbligatoria, ma che pochi rispettano.
Le Associazioni chiedono che vengano individuate aree verdi attrezzate per lasciare liberi i cani e che vengano effettuati controlli da parte dei vigili urbani sul rispetto di alcune regole da parte dei proprietari quali: l’utilizzo della busta igienica per raccogliere le feci e del guinzaglio, applicazione di microchip al cane per prevenire il fenomeno del randagismo.
I rappresentanti del Comune hanno promesso di individuare una struttura dove poter ospitare i gatti randagi soprattutto dopo la sterilizzazione, mentre non hanno potuto accogliere la richiesta, per problemi organizzativi, della creazione di un ufficio per i diritti degli animali.
Amici degli animali, LAV, Lega del cane, LIPU e WWF auspicano che finalmente sul randagismo si possa avviare a Teramo una proficua collaborazione tra volontariato ed Istituzioni e rivolgono un appello a tutti i teramani proprietari di cani e gatti affinché adottino un comportamento rispettoso delle normative vigenti e del decoro delle città così che tutti possano convivere in piena armonia con le proprie scelte sia nel possedere un animale, sia nel decidere di non averlo.
Questo incontro di Teramo ci consente di richiamare l’attenzione dei lettori sul randagismo, fenomeno che determina problematiche e ripercussioni socio-economiche e sanitarie. La presenza di cani randagi all’interno delle comunità urbanizzate desta preoccupazione nei cittadini sia per quanto riguarda l’incolumità che per l’aspetto sanitario. Bisogna far prevalere il discorso sulla prevenzione del randagismo, che passa attraverso la sensibilizzazione dei proprietari. Questi infatti dovrebbero saper cogliere la rilevanza delle interazioni tra uomo e ambiente e di un equilibrato rapporto uomo-animale. Ogni persona che voglia adottare un animale dovrebbe sviluppare senso di responsabilità nei confronti dello stesso e conoscere i rischi sanitari della convivenza con esso, ma anche gli aspetti ecologici, etologici e legislativi, nonché l’importanza dell’uso del microchip e del controllo delle nascite.
Un proprietario, che si improvvisa animalista facilmente sceglierà la via dell’abbandono e sicuramente concorrerà ad incrementare il fenomeno del randagismo. A Pescara da diversi anni si sono poste le basi di un modello virtuoso per debellarlo, frutto della collaborazione di medici, Asl, Associazioni animaliste, queste ultime molto attive nel gestire rifugi e controllare gli animali reimmessi nel territorio. In 9 anni sono stati applicati 37000 microchip, è cresciuta 4 volte la media annua di sterilizzazione e sono progressivamente diminuite le segnalazioni di morsicature. Bisogna insistere dunque su strategie già in atto quali: l’identificazione dei cani, la sterilizzazione e soprattutto la proprietà responsabile.