Il Circolo di Teramo del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea critica l’Amministrazione Comunale per le modalità con le quali è stato organizzato un incontro così importante invitando a propria discrezione soltanto alcuni partecipanti. Innanzitutto sarebbe stato più giusto ed utile informare la cittadinanza prima dell’evento, per annunciare lo svolgimento di tale iniziativa e non soltanto alla fine, a cose fatte. Si legge di seguito nella nota:
“Ma in particolare vogliamo chiedere all’Amministrazione Comunale: trattando un tema così rilevante e delicato come le opportunità per il nostro territorio offerte dalle future risorse del recovery fund, siete proprio sicuri di aver invitato tutti i “portatori d’interesse” come scritto dal Sindaco? Al contrario riteniamo che nel fondamentale dibattito relativo alla progettualità futura della nostra Città capoluogo vadano coinvolte molte altre realtà che oggi sono state dimenticate. Perché non sono stati invitati gli Ordini professionali, tra cui ingegneri, geometri ed architetti, che svolgono un ruolo decisivo proprio nell’elaborazione dei progetti? Dove sono le associazioni ambientaliste che possono apportare un determinante contributo per lo sviluppo ecosostenibile del territorio? Le risorse del recovery fund hanno tra i principali criteri proprio quello della sostenibilità ambientale.
Perché non allargare la partecipazione anche alle associazioni di categoria, alle associazioni culturali radicate da anni nel territorio e ai comitati di quartiere che stanno svolgendo un ruolo significativo nelle tante tematiche cittadine e rappresentano una voce indispensabile per i molteplici problemi che affliggono le frazioni? Nelle attività di co-programmazione e co-progettazione l’Amministrazione deve coinvolgere anche gli enti del terzo settore. Tutti loro potrebbero sicuramente offrire una fattiva collaborazione di idee per trasformare, innovare e ripensare ruoli, spazi, servizi e funzioni della nostra Teramo.
Chiediamo pertanto all’Amministrazione Comunale di cambiare da subito e radicalmente le modalità con cui si sta pensando di discutere e progettare il futuro della nostra città. Ci auguriamo di non rivedere l’orrendo film già visto in passato: per troppi anni il destino di Teramo è stato deciso a porte chiuse, dentro ai salotti, dalle solite famiglie di politicanti e notabili, dai banchieri e da palazzinari senza scrupoli, pronti a distruggere il bello e cementificare per i loro profitti.
E’ necessario favorire la partecipazione dal basso dei cittadini, promuovendo l’inclusione delle realtà che si occupano di democrazia partecipativa affinché tutti vengano dignitosamente rappresentati, per una Teramo del futuro verde e sostenibile, che punti sulla ricostruzione e rigenerazione urbana, valorizzando il suo patrimonio culturale, storico e artistico”.
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