TERAMO – Il gruppo di lavoro di Agenda 21 locale ,di concerto con il settore Ambiente della Provincia di Teramo , ha messo a punto un progetto che punta alla riqualificazione e alla tutela dei bacini fluviali e che si basa sul “contratto di fiume”.Tale strumento di programmazione ampiamente sperimentato in Lombardia su bacini idrografici di significativa portata e piuttosto compromessi da un punto di vista ambientale, verrà utilizzato anche in Abruzzo su iniziativa dell’Assessorato all’Ambiente che prima lo ha condiviso con le altre Province e poi ha chiesto alla Regione che venisse inserito come progetto pilota nel nuovo Piano Regionale triennale di tutela e risanamento ambientale. Il progetto ha un costo pari a 210 mila euro, di cui 147 mila arriveranno dalla Regione il resto sarà finanziato con i fondi dell’ente.
I Contratti di fiume sono strumenti di programmazione negoziata per la riqualificazione dei bacini fluviali, che riguarda nella loro interezza gli aspetti paesistico-ambientali, secondo quanto stabilito dalla legge nazionale di recepimento della Convenzione europea del paesaggio.Uno modello di lavoro nuovo che mette attorno ad un tavolo tecnici, amministratori e rappresentanti della comunità e che consente di condividere scelte , tempi e modalità di intervento. Un approccio, fondato sul consenso e sulla partecipazione, che considera il fiume come “un bacino di interesse” attorno al quale costruire progetti di sviluppo.
Il Contratto di Fiume è dunque la sottoscrizione di un accordo che permette di adottare un sistema di regole in cui i criteri di utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale, sostenibilità ambientale intervengono in modo prioritario nella ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione di un bacino fluviale.
Ha affermatol’assessore Francesco Marconi:
è una innovativa forma di intervento partecipato che riesce a superare le divisioni, le incongruenze, l’accavallamento di competenze e, di conseguenza, l’inefficacia e l’ inefficienza di molte azioni che pure vengono poste in campo l’istituzione sovraordinata non impone, ma discute, negozia, ricompone le divergenze tra gli enti seduti al tavolo. I principi ispiratori dovranno essere la sussidiarietà, il coordinamento tra istituzioni. Fondamentale la partecipazione delle comunità coinvolte per la creazione del consenso e di una visione condivisa. La nostra azione pilota partirà dal fiume Vibrata anche in considerazione dei problemi verificatisi l’estate scorsa.
La necessità di trovare un modello più efficace di monitoraggio, salvaguardia e intervento per le aste fluviali, infatti, è emersa con estrema chiarezza nel corso dell’estate quando si sono verificati episodi di inquinamento alla foce del Vibrata e in mare in seguito ai quali la Fee ha sospeso la Bandiera Blu ai Comuni di Alba Adriatica e Martinsicuro. In quella circostanza si evidenziò la necessità di un maggiore coordinamento fra tutti i soggetti che, a vario titolo, hanno competenze sul sistema fluviale.
Con la promozione di un “Contratto di Fiume”, presentato al presidente italiano della FEE, Claudio Mazza nel corso della riunione che si è svolta qualche giorno fa ad Alba Adriatica, si intende agire su molteplici settori: protezione e tutela degli ambienti naturali; tutela delle acque; difesa del suolo; protezione del rischio idraulico; tutela delle bellezze naturali.
Ha continuato Marconi:
il presidente della Fee si è mostrato entusiasta del progetto lo ha più volte richiamato nel suo intervento individuandolo come uno dei punti di forza nella riconsiderazione della procedura di restituzione delle Bandiere Blu.
L’obiettivo finale è quello di ideare un programma di azioni e attività distribuite nel lungo periodo, che porti nel giro di 5 anni alla definizione di contratti di fiume per i tutti i principali bacini provinciali. Per la Provincia di Teramo sono quattro i bacini considerati: Tordino, Vomano, Vibrata, Salinello.
Fra le azioni previste l’istituzione di un unico Sistema Informativo Territoriale delle aste fluviali nel quale far confluire i dati di tutti gli enti in maniera da avere uno strumento univoco di monitaraggio ed elaborazione; la sperimentazione, anche attraverso le Polizie provinciali, di azioni attive e passive di controllo e monitoraggio e di attività di sensibilizzazione alla popolazione. In tale contesto verranno definiti accordi per i controlli nei territori di confine delle Province anche al fine di garantire azioni legalmente attuabili da parte delle varie Polizie Provinciali.
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