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A Teramo mercoledì 29 marzo in scena il Gruppo e-Motion con “Apriti ai nostri baci”

da Redazione

Al Teatro Spazio Electa la danza fa breccia nei muri e nel cuore

TERAMO – I muri, apriti nostri baciodiosi strumenti di esclusione, ma al tempo stesso mezzi di protezione, un argomento di scottante attualità che sarà messo in scena a Teramo dal Gruppo e-Motion di Francesca La Cava con Apriti ai nostri baci, mercoledì 29 marzo alle 21.00 al Teatro Spazio Electa.

Apriti ai nostri baci, esplora il concetto di “muro” e lo fa grazie alla sinergia artistica tra Francesca La Cava che cura regia e coreografia, Guido Barbieri per la drammaturgia, Fabio Cifariello Ciardi ideatore della musica originale e live electronics.

Scrivono Francesca La Cava e Guido Barbieri a proposito di Apriti ai nostri baci:

“Il Novecento, secApriti-ai-nostri-baci_lightondo Christian Boltanski, è un muro. Un muro di ferro, immenso, sul quale si aprono centinaia di cassetti.

Su ogni cassetto è stampato un numero e dentro ogni cassetto è nascosta una vita. O meglio le tracce di una vita: un certificato di nascita, una fotografia, un atto di proprietà, un documento di identità. Quel muro si intitola “Personnes”, cioè “persone”, ma anche “nessuno”.

Il secolo nel quale sono nati i tre quarti dell’umanità è infatti diviso a metà da una contraddizione alta (per l’appunto) come un muro: da un lato è il secolo in cui l’individuo è la base ortogonale della società, in cui la persona, con il corredo dei suoi bisogni dei suoi desideri, occupa il vertice del sistema dei valori.

Ma dall’altro è il secolo dei consumi di massa, della cultura di massa: l’insieme degli individui che compongono la comunità sociale è, paradossalmente, la misura di quegli stessi bisogni e di quegli stessi desideri. Per un verso la persona detta le leggi della convivenza collettiva, per l’altro si scioglie nel magma indifferenziato della folla. L’uomo massa diventa l’uomo atomo, la persona diventa nessuno, la convivenza solitudine.

Per questo, nella visione di Boltanski, il muro è il simbolo del Novecento: da una parte è duro, compatto, inscalfibile, è il muro delle moltitudini, ma dall’altra contiene le vite dei tanti nessuno che popolano la storia”.

Lo spettacolo è una denuncia dei recinti disseminati nella storia e nel mondo e un possibile superamento dell’ostacolo: una porta sul muro non come una comoda uscita di sicurezza e salvezza, ma un vitale e salvifico invito a “farsi stranieri” e ad affacciarsi alla propria ferita-feritoia per non essere “un altro mattone nel muro”, ma una breccia nel cuore del prossimo.

Drammaturgia Guido Barbieri
Musica originale e live electronics Fabio Cifariello Ciardi
Interpreti e collaborazione Sara Catellani, Andrea Di Matteo, Francesca La Cava, Manolo Perazzi e Valeria Russo
Video mapping Salvatore Insana
Scene e costumi Chiara Defant
Disegno luci Carlo Oriani Ambrosini
Regia e coreografia Francesca La Cava
Produzione GRUPPO e-MOTION con il contributo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, della Regione Abruzzo e del Comune dell’Aquila
Residenze e coproduzione Festival Oriente Occidente e I Cantieri dell’Immaginario con il sostegno per le residenze di ACS Abruzzo Circuito Spettacolo

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