Home » Teramo » Teramo, NurSind: “la Asl non si presenta all’incontro dal Prefetto”

Teramo, NurSind: “la Asl non si presenta all’incontro dal Prefetto”

da Redazione

Nell’incontro si doveva parlare  di carenza di personale nel reparto di Medicina dell’ospedale di Sant’Omero e di conciliazione vista la dichiarazione dello stato di agitazione

logo_nursindTERAMO – Il NurSind esprime delusione per l’assenza dei rappresentanti della Asl di Teramo all’incontro convocato questa mattina dal Prefetto di Teramo per la procedura di conciliazione e raffreddamento seguita alla dichiarazione dello stato di agitazione per le condizioni lavorative del personale infermieristico dell’Unità Operativa di Medicina dell’ospedale di Sant’Omero.

L’Azienda sanitaria ha giustificato la mancata presenza adducendo problemi di comunicazione sorti tra gli uffici dell’amministrazione e ha chiesto il rinvio dell’incontro. Il Prefetto ha fissato il nuovo incontro per il pomeriggio di lunedì 9 gennaio.

“Pur dispiaciuti per quanto verificatosi – dichiara il segretario provinciale del NurSind, Giuseppe De Zolt – crediamo nella buona fede della Asl e per questo abbiamo accordato il rinvio come richiesto dall’azienda. Ci auguriamo vivamente, però, che all’incontro di lunedì sarà presente il Direttore Generale in modo da esperire il tentativo di conciliazione trovando soluzioni rapide e adeguate al problema della carenza di personale nel reparto di Medicina dell’ospedale di Sant’Omero.

A tal proposito dobbiamo ricordare che i LEA stabiliti dal Decreto 49/2012 del Commissario ad acta prevedono un organico in quell’unità operativa di 16 infermieri (e 12 Oss), mentre attualmente sono in servizio solo 8 infermieri. È evidente, quindi, che il grave problema rappresentato non può risolversi, come qualcuno vorrebbe fare intendere, con l’entrata in servizio di due infermieri.

È compito di un’organizzazione sindacale fare tutto quanto in suo potere per tutelare le condizioni lavorative del personale nelle sedi opportune e con le azioni previste dalla legge. Tra di esse rientrano la dichiarazione dello stato di agitazione e, se necessario, anche lo sciopero del personale. Questo significa fare sindacato – conclude De Zolt – e non proclami sterili”.