Teramo

Teramo, Provincia: “Cominciano le frane, stop al Masterplan”

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Lo sostiene il Presidente Di Sabatino: “Stop alle grandi opere, anche quelle del Masterplan, ora mettiamo in sicurezza il territorio e restituiamo speranza alla conservazione dei luoghi”

TERAMO – Report del 23 gennaio 2017 della Provincia di Teramo

Come previsto dai tecnici, sono iniziate le frane: una di vaste proporzioni ha invaso e interrotto la provinciale 52 a Valle Castellana verso Macchia da Sole. Gli uomini della Provincia stanno risalendo da Valleinquina per raggiungere la località. Altra frana sulla 553 a Notaresco, nei pressi del Campo Sportivo e sulla provinciale 17 a Bisenti. Oggi abbiamo raggiunto la frazione di Collemesole di Arsita; entro stanotte si dovrebbe raggiungere Acquaratola di Rocca Santa Maria; e San Giorgio di Crognaleto.

Naturalmente ci sono ancora tante case sparse e piccolissime frazioni dove bisogna arrivare ma si tratta di luoghi dove non si ha contezza vi siano degli abitanti: in ogni caso pale e turbine, dopo le priorità assolute di questi giorni, ora stanno facendo anche queste derivazioni.

La situazione sulle provinciali è pressoché stabile: ce ne sono ancora undici chiuse, oggi ne sono state riaperte sette, ma tante sono percorribili con cautela per il restringimento delle carreggiate.

Seimila utenze senza luce ,case lesionate dal sisma

“Sarebbe da irresponsabili parlare di emergenza finita – dichiara il presidente Renzo Di Sabatino – ci sono ancora seimila utenze senza luce, luoghi dove non hanno la corrente elettrica ormai da nove giorni, dai racconti dei soccorritori sappiamo che ci sono case lesionate dal sisma e non ne conosciamo l’entità, perché fino ad ora, questo esame, non è stato possibile. Aziende agricole e allevamenti distrutti, allerta valanghe e le colline stanno franando sulle strade.

Ma già oggi, ancora in emergenza, dobbiamo ragionare sul dopo, su qual è il nostro progetto come comunità e come istituzioni perché è chiaro che nulla sarà più lo stesso: voglio dirlo chiaro io penso che dobbiamo ripensare i progetti delle grandi opere, anche quelle del Masterplan come la Teramo – Mare o la funivia per l’Università, concentrare le risorse sulla messa in sicurezza del territorio, la manutenzione del paesaggio e gli investimenti sulla rete stradale. Così facciamo ripartire un’economia in ginocchio ma, soprattutto, restituiamo una speranza alla conservazione dei luoghi”.

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