E’ previsto dagli accordi con la Regione dopo la Delrio. Mauro Scarpantonio: “E’ un sistema non sostenibile per le amministrazioni locali, c’è bisogno di un riordino della materia”
TERAMO – Fra le pieghe della riforma delle Province c’è anche il trasferimento delle competenze su fossi e torrenti ai Comuni (L.R. n. 32 del 20/10/2015 – Disposizioni per il riordino delle funzioni amministrative delle Province in attuazione delle Legge n. 56/2014); quelle sui fiumi sono già passate alla Regione insieme al personale.
Il riferimento è agli accordi sottoscritti anche da ANCE e UPI in adempimento a quanto previsto dalla riforma Delrio.
Il Consiglio provinciale, quindi, lunedì scorso, in ottemperanza alla legge, ha deliberato l’accordo da far sottoscrivere ai Comuni per la presa “delle funzioni in materia di difesa del suolo e di risorse idriche” .
Il provvedimento non è stato votato dalla minoranza e il consigliere Federico Agostinelli ne aveva chiesto il rinvio ma, ha sottolineato il presidente Renzo Di Sabatino in Consiglio: “Bisogna superare un impasse su aspetti strategici per la sicurezza del territorio, il nostro provvedimento arriva dopo quello già assunto da altre Province ma saremo a fianco dei Comuni per avanzare proposte legislative più congruenti”.
“Per quanto ci riguarda un atto dovuto – spiega in proposito il consigliere delegato Mauro Scarpantonio – ma ci rendiamo ben conto delle difficoltà oggettive delle amministrazioni locali che non hanno mezzi e personale per gestire competenze come queste che comportano professionalità specifiche e risorse economiche significative:
la Provincia lo sa bene perché ce ne siamo occupati per decenni con dipendenti che oggi sono passati alla Regione.
Ci faremo parte attiva, anche con i nostri rappresentanti in Consiglio regionale, affinchè la materia venga riordinata in maniera sostenibile: l’ipotesi più congruente è che fossi e torrenti vengano gestiti dalle strutture vocate come il Genio Civile.
La manutenzione dei fossi e dei torrenti cosiddetti minori ha una incidenza molto importante sulla messa in sicurezza del territorio e oggi siamo in una situazione sospesa perché in realtà non se ne occupa nessuno. In Abruzzo, per quanto ne sappiamo, solo un Comune ha accettato di firmare la convenzione”.