Presidente della Società Geologica Italiana dal 2009 al 2014, professore di geodinamica all’Università di Roma “La Sapienza” e dal 2016 presidente dell’INGV-Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Carlo Doglioni è tra gli autori di un’ipotesi scientifica che individua nella rotazione terrestre il motore principale della tettonica a placche.
La decelerazione della rotazione per effetto delle forze di marea, infatti, si manifesta in modo diverso a livello della crosta, ovvero lo strato più esterno e leggero della Terra, e del mantello, lo strato immediatamente sottostante, più spesso e pesante, composto in parte di rocce fuse: la crosta rallenta più marcatamente, assumendo quindi un moto relativo inverso a quello del mantello. A sua volta, questo movimento della crosta non è omogeneo, ma imprime velocità diverse alle placche che la compongono, in ragione del loro spessore e della loro densità. Ed è proprio questa differenza di velocità a fare sì che le placche si muovano l’una rispetto all’altra, divergendo o scontrandosi tra loro.
LA SCHEDA
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