PESCARA – Ieri mattina si è verificata una nuova rottura, la terza in diciassette giorni, della condotta Aca T 300 in via Venezia: di nuovo la città si è svegliata con la centralissima strada completamente allagata di acqua e fanghiglia, con disagi enormi per la viabilità, che ha visto anche un’autoambulanza che ha rischiato di restare bloccata nel traffico rallentato per i lavori imprevisti, con rischi enormi per il territorio. Il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia, ufficializzando quanto accaduto, ha detto che per una pubblica amministrazione come il Comune di Pescara, abituata ad affrontate mille emergenze al giorno, pare impossibile che un’azienda con le risorse di mezzi e uomini come l’Aca, che deve occuparsi esclusivamente della gestione della rete idrica dei comuni soci, non riesca a gestire in due settimane tale cedimento, individuando una soluzione definitiva e condannando la nostra città a sopportare disagi inconcepibili. Non ha dubbi il sindaco circa la necessità di riorganizzare la governance della stessa azienda, compresa la struttura tecnica.
Ha ricordato ancora Albore Mascia:
tutti abbiamo ancora fresco il ricordo di quanto accaduto in via Venezia il primo e 2 ottobre scorsi a causa di un guasto alla condotta idrica di via Venezia, letteralmente esplosa creando una voragine impressionante in superficie e trasformando la strada, proprio dinanzi al liceo classico ‘D’Annunzio’ in un lago enorme. Un’emergenza affrontata con inconcepibile ritardo dall’Azienda, intervenuta sul posto tre ore dopo la chiamata al call center da parte del Comando della Polizia municipale di Pescara, mentre l’acqua sgorgava a fiotti in superficie. L’Aca ha poi riparato il danno nel pomeriggio, ma di nuovo il 2 ottobre si è ripetuto il cedimento: intorno alle 16.30 la condotta aveva nuovamente ceduto ricominciando a far zampillare in superficie l’acqua con una nuova dispersione idrica.
E anche in quel caso l’Aca ha deciso di intervenire solo il giorno dopo. Speravamo che la falla fosse stata riparata, e invece oggi, intorno alle 7, la stessa condotta è di nuovo esplosa, facendo di nuovo saltare l’asfalto in superficie e imponendo un nuovo intervento dell’Aca che ha dovuto smantellare nuovamente, per la terza volta in due settimane, la pavimentazione stradale, e cercare di eseguire la riparazione, peraltro senza neanche interrompere il flusso dell’acqua per un problema, sembra, alle saracinesche. I tecnici presenti sul posto avrebbero riferito alla Polizia municipale, che cercava di gestire la viabilità, che il vero problema è rappresentato dalla condotta ormai troppo vecchia che non riuscirebbe più a tenere, subendo continue fratture. Ma a questo punto è inutile continuare a mettere delle ‘toppe’, dall’Aca pretendiamo un intervento strutturale definitivo, con la sostituzione totale della vecchia condotta. I disagi subiti oggi dalla città sono stati insostenibili: abbiamo cercato di non chiudere completamente al traffico l’asse, con un inevitabile rallentamento dei veicoli in transito, che a un certo punto hanno rischiato anche di bloccare il transito di un’autoambulanza, alla quale è toccata alla Polizia municipale, coordinata dal maggiore Gino Di Bernardo, aprire un varco. L’episodio odierno, l’ennesimo in diciassette giorni, è chiaramente sintomo di una gestione dell’azienda Aca che non va: occorre rivedere la governance, la struttura tecnica e quella amministrativa, di un Ente che oggi non riesce più a garantire non investimenti straordinari, ma neanche la manutenzione ordinaria.