É il titolo dell’incontro pubblico che si terrà domani al teatro “Michetti”riguardante il progetto di realizzazione di un cementificio a Bussi
TOCCO DA CASAURIA (PE) – Il Gruppo consiliare “Primavera toccolana” del Comune di Tocco da Casauria rende noto che domani, 15 febbraio, alle ore 21.00,al teatro “Michetti” di Tocco da Casauria si terrà un incontro pubblico dal titolo:”Aria avvelenata? Non grazie”per discutere dell’ipotesi d’insediamento di un cementificio a Bussi sul Tirino, all’interno dell’area ormai conosciuta ai più come la discarica di rifiuti tossici più grande d’Europa.Sarà un primo momento di confronto con le realtà associative e i comitati territoriali che hanno affrontato problemi simili a Pescara, Scafa e Sulmona. Parteciperanno Augusto de Sanctis del WWF, Donatella D’Amario del comitato “Aria Nostra” di Scafa e Mario Pizzola dei Comitati per l’Ambiente di Sulmona, dove un anno fa hanno osteggiato e bloccato proprio il progetto oggi proposto a Bussi.
La Val Pescara è da anni sottoposta ai fumi e all’inquinamento di due dei tre cementifici d’Abruzzo. Impianti che da molto tempo bruciano per il loro funzionamento una serie di rifiuti e materiali di scarto non lavorati. Al momento in Parlamento è stato scongiurato l’utilizzo di CSS ( combustibile solido secondario), prodotto dal trattamento e stabilizzazione dei rifiuti solidi urbani, ma il futuro è incerto. Inceneritori mascherati, dunque, che dall’incenerimento dei rifiuti hanno un ritorno economico (infatti, mentre il combustibile devono pagarlo, per bruciare rifiuti otterrebbero incentivi). Se è vero, come risulta dalle dichiarazioni della stessa Associazione dei cementieri, che la produzione di cemento è in crisi in tutta Europa, ci chiediamo perché Toto insista su un progetto simile e, soprattutto, perché dovremmo accettare un ulteriore impianto che impatti sulla nostra vallata. Tra rifiuti e combustibili vari, dalla gola dei Tre-monti spirerebbero venti al veleno, che si aggiungerebbero a quanto già viene gettato nell’aria dai cementifici di Pescara e Scafa. E poi siamo al paradosso per cui, mentre a Scafa una multinazionale del cemento ferma gli impianti ( dove lavorano ormai poche decine di persone, altro che le centinaia sbandierate nel progetto di Bussi), a Bussi se ne vuole costruire uno nuovo di zecca. Ammesso che serva cemento, si facciano funzionare correttamente gli impianti già esistenti.
Insomma, si tratta di una prospettiva inaccettabile, come inacettabile è il solito ricatto occupazionale che serpeggia. Se la politica non è in grado di trovare soluzioni alternative, si faccia da parte invece di cavalcare le situazioni di bisogno dei lavoratori per agevolare l’ennesima speculazione sui nostri territori, a danno delle stesse famiglie di quei lavoratori costretti a scegliere tra un cementificio e la disoccupazione.
L’operazione che si sta tentando è quella di stornare a vantaggio del nuovo insediamento 50 mln di euro stanziati per la bonifica, permettendo a Solvay (oggi azienda insediata nel sito) di andarsene senza provvedere lei al ripristino del sito (come invece prevede la legge). Insomma, con i soldi pubblici, c’è chi viene sollevato dalle sue responsabilità e chi si vede regalato un sito pronto per fare il proprio business.
A Bussi il vero progetto per un futuro di lavoro e rispetto della salute e dell’ambiente è la bonifica, a cui potrebbero concorrere numerose maestranze, che potrebbero specializzarsi sul campo e, alla fine del lungo cantiere di bonifica, restituire un sito pronto per una riconversione verde nella produzione industriale. Ma per questo ci vogliono investimenti pubblici mirati e un progetto di lungo respiro, partendo dallo stop alle solite operazione tese a favorire qualcuno a danno della collettività. Come gruppo consiliare abbiamo proposto al Consiglio Comunale di Tocco di prendere posizione contro il progetto, ma una maggioranza allo sbando, senza alcuna argomentazione, si è affidata alle indicazioni di voto dell’altro consigliere di minoranza Fausto Bruno e, con lui, ha bocciato la nostra proposta. Vedremo Venerdì cosa ne pensano i cittadini.