Presidente, la Tombesi si è laureata campione d’inverno nella sua stagione di debutto in A2, un risultato forse da molti dato per scontato o non apprezzato come si dovrebbe.
“Esattamente, abbiamo abituato troppo bene il nostro pubblico e ora sembra che sia quasi normale vedere la Tombesi prima anche in A2. In realtà non è affatto facile raccogliere i risultati che stiamo collezionando, devo dire andando anche al di là di quelle che erano le mie previsioni, nel senso che sapevamo di avere una buona squadra, ma non mi sarei mai aspettato di chiudere il girone d’andata da imbattuto. Ecco, questo è un dato che va sottolineato: tra serie A e i tre gironi di A2, noi siamo l’unica squadra che non ha ancora perso nemmeno una partita in campionato”.
Nelle ultime settimane però la marcia gialloverde si è rallentata, come provano i quattro pareggi nelle ultime cinque di campionato e l’eliminazione dalla Coppa Italia.
“Stiamo indubbiamente attraversando un momento difficile. Mentre dalla Coppa della Divisione siamo usciti con l’onore delle armi, giocando una grande partita contro la squadra campione d’Italia, in Coppa Italia siamo usciti invece male, facendo una brutta prestazione contro il Ciampino. Mi dispiace molto, perché le Final Four erano un obiettivo e ritengo avessimo tutti i mezzi per poterlo raggiungere. Quanto al campionato, stiamo indubbiamente pagando i tanti infortuni, per cui c’è sicuramente un po’ di sfortuna, ma c’è anche dell’altro. Purtroppo, le ultime partite hanno dimostrato che siamo sì una buona squadra, ma bastano un paio di assenze e diventiamo una squadra normalissima. Questo anche perché, mi spiace dirlo, ci sono alcuni giocatori che non stanno rendendo come noi ci aspettavamo all’inizio dell’anno. In alcuni ruoli poi siamo rimasti scoperti, dopo il mercato di dicembre, e ci aggiungo anche le ricadute dagli infortuni, sulle quali evidentemente lo staff medico ha qualche responsabilità. Insomma, sfortuna sì, ma ci stiamo mettendo anche del nostro, a partire da me e dalla società, a scanso di equivoci: perché è chiaro che qualche scelta, tra quest’estate e dicembre, l’abbiamo sbagliata”.
Mentre questa stagione prosegue, la dirigenza della Tombesi si sta muovendo per risolvere il problema del campo da gioco.
“Non è un segreto che giochiamo su un campo che era piccolo già in serie B, che ci sta creando non pochi problemi in A2 e che sarebbe quasi inaccettabile per un’eventuale serie A. La società si è mossa in questi mesi, rivolgendosi a professionisti che ci hanno presentato progetti per modificare strutture già esistenti o costruirne una ex novo. Per porli in essere, tuttavia, occorrono delle cifre che non sono attualmente sostenibili dalla Tombesi. Voglio chiarire un concetto: non è mia intenzione andare via da Ortona, la città per amore della quale ho iniziato questa avventura otto anni fa, né sono obbligato a continuare a fare per forza calcio a 5, perché da questa attività io non ci guadagno nulla, anzi è sempre stata solo una fonte di spesa.
Se non riceveremo un aiuto dall’amministrazione comunale di Ortona, temo che l’avventura della Tombesi possa presto finire, perché è evidente che non possiamo continuare a giocare sul nostro attuale campo, stanti le regole imposte dalla Divisione. Non pretendo, ovviamente, che si costruisca un palazzetto da zero nel giro di pochi mesi, ma mi accontenterei di un progetto, della seria intenzione di dare una nuova casa a una realtà sportiva che tiene alto il nome di Ortona in giro per l’Italia e che dovrebbe essere considerata un patrimonio di questa città. Se poi occorressero due, tre o quattro anni per vedere concluso il progetto, allora sì, momentaneamente, potremmo allontanarci da Ortona, con la prospettiva però di tornarci. Il calcio a 5 è la mia passione, spero che mi sia data la possibilità di continuare a vivere il sogno mio, dei miei collaboratori e di tutti i nostri tifosi”.
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