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Tony Hadley strega Chieti

da Piero Vittoria

Il cantante degli Spandau Ballet si è esibito in piazza San Giustino nell’ambito della Settimana Mozartiana

Tony HadleyCHIETI – A volte si dice con troppa facilità “è stata una serata memorabile”, ma in questo caso invece sarebbe riduttivo definirla tale: Tony Hadley, cantante e leader degli Spandau Ballet, ha letteralmente incantato una Piazza San Giustino di Chieti stracolma, lo scorso giovedì sera (circa 5.000 persone) con un concerto – evento che rimarrà per sempre nella memoria della città.

Chi non c’era ha perso veramente un appuntamento con la storia. Tanta era la curiosità di ascoltare live quella che molti definiscono la voce maschile più bella ed elegante degli anni ’80: Tony Hadley non ha tradito le aspettative confermandosi interprete di grande classe.

Accompagnato da una band rocciosa ed energetica che ha il suo punto di forza in Phil Taylor alle tastiere e nel sassofonista Simon Willescroft, preso “in prestito” direttamente dai rivali Duran Duran, Hadley si è esibito per circa un’ora e quarantacinque minuti fra cover, canzoni tratte dai suoi album solisti e tante altre estratte dal repertorio degli Spandau Ballet.

Il concerto si è aperto con Feeling good di Michael Bublé: a molti la scelta potrebbe sembrare strana, ma in realtà Hadley non è nuovo a viaggi nel mondo dello swing jazz, da ricordare infatti il suo album solista “Passing strangers” in cui ha rivisitato alcuni standard del genere mettendo in evidenza spiccate doti da crooner.

Subito dopo si comincia il viaggio negli anni ’80 con il primo singolo degli Spands “To Cut a Long Story Short” (uscito nel 1980) per proseguire con una granitica versione di “Highly strung” direttamente dall’album forse più bello della band inglese, “Parade”.

Si prosegue con una cover dei Killers, “Somebody told me” che prende un po’ in contropiede il pubblico che però si lascia comunque trascinare dal ritmo avvolgente di una band veramente affiatata e perfetta che ben accompagna la voce splendida di Hadley. Arriva così la bella ed inedita “My imagination”.

Il momento tanto atteso da tutti è l’esecuzione di “I’ll fly for you”, il più grande successo degli Spandau Ballet in Italia, quello che li ha lanciati definitivamente anche nell’olimpo della musica mondiale: il brano viene cantato da tutti e Hadley si lascia andare a tutto il suo entusiasmo, anche se, a dirla tutta, la canzone un po’ perde smalto senza le percussioni di Steve Norman. “Only when you leave” è uno dei brani più riusciti della serata, in una versione quasi fedele all’originale.

“Take back everything” si lascia piacevolmente ascoltare e, nonostante in molti non la conoscano, arrivano comunque scroscianti applausi. Tony Hadley annuncia la successiva canzone con un emblematico “This is a lovely song” e alle prime note di “Round and Round” la piazza esplode.

Lo stesso cantante introduce “With or without you” definendola “la più bella canzone degli U2”: Bono Vox e Tony Hadley … due voci lontane anni luce come stile ed infatti il cantante degli Spandau “fa suo” il pezzo interpretandolo magistralmente con uno stile personale e ben diverso dal leader degli U2. Di grande qualità il finale pianistico di Phil Taylor.

“Amore, amore amore …. This song is for you” così Hadley fa partire l’attesissima “True”: il pubblico è ormai definitivamente stregato ed è a tutti chiaro che in Piazza San Giustino si respira un’atmosfera a dir poco magica.

“Questa è la mia canzone preferita degli Spandau Ballet”: parte “Through the barricades” con un’altra ovazione a fine brano: un piglio più rock rispetto all’originale, ma questa è la vera sorpresa dell’intero concerto, il sound più pop – rock rispetto a quello elegante e raffinato degli Spandau Ballet.

Tratta dall’album “True” ecco anche “Lifeline”, altro singolo di grande successo mondiale nel 1983, con un accenno finale a “Live and let die” dei Wings di Paul McCartney. In “Every time” la voce sempre più calda di Hadley si esalta. Intanto continuano i brindisi col pubblico teatino “Cheers!”. “Il miglior cantante di sempre ma soprattutto un grande amico e una bella persona”: “Somebody to love” dei Queen è dedicata a Freddie Mercury di cui Hadley non fa rimpiangere l’inarrivabile voce. Per i tanti appassionati degli anni ’80 c’è spazio anche per “Rio” dei Duran Duran, più chitarristica rispetto all’originale, senza l’assolo di sax.

Tutti chiamano a gran voce “Gold” che puntualmente arriva nel tripudio generale: Simon Willescroft si rifà così alla grande con un solo di sax strepitoso nel finale del brano. La band e Tony Hadley salutano e lasciano il palco. Finita? No, c’è spazio per un unico bis: il concerto si chiude con “Dakota” degli Stereophonics.

È stato un concerto trionfale: tanto atteso alla vigilia, Tony Hadley ha confermato di essere un interprete unico, in grado di poter cantare tutto con una facilità disarmante …. Magia: questa è la parola che può definire una serata del genere per la città di Chieti …. e la folla lascia la piazza con le note di “True” nel cuore e nella mente.

LEGGI: TONY HADLEY … L’ELEGANZA DI UNA VOCE UNICA (intervista in esclusiva)

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