Domenica 17 luglio rivive il rito centenario e si discute di promozione del territorio
TORNIMPARTE (AQ) – L’antichissima tradizione della carbonaia e una riflessione allargata sulle tradizioni popolari come volano per la promozione del territorio, sono due dei momenti in programma domenica 17 luglio a Tornimparte, nell’ambito della giornata dedicata, come di consueto, alla mietitura.
L’associazione Le Carbonaie, guidata da Vincenzo Gianforte, infatti, a partire dalle ore 16, presso “La Baita”, si industrierà nell’accensione “deju catozzu” per fare il carbone come si usava una volta a Tornimparte. “Fare carbone – spiega Gianforte – era un’attività economica che, insieme alla pastorizia e all’agricoltura, ha permesso la sopravvivenza delle nostre popolazioni in terre aride e severe nell’elargire risorse. Si trattava di tagliare i boschi e trasformarli in carbone, con una tecnica tramandata fin dalla notte dei tempi. La ricerca storica e antropologica a Tornimparte ha permesso di scavare nel mondo dei carbonai fino a recuperare i tratti della cultura materiale di questi uomini duri, temprati e indispensabili all’economia locale”.
Dopo la riproposizione del rito, spazio anche alla riflessione con il convegno dal tema “Le tradizioni popolari, volano per la promozione del territorio”.
All’incontro interverranno i sindaci del comprensorio, i presidenti delle associazioni locali e i rappresentanti delle istituzioni provinciali e regionali. I lavori saranno coordinati dalla giornalista Marianna Gianforte. Relatori saranno i giornalisti Giustino Parisse, Angelo De Nicola e Umberto Braccili. Ancora: Mario Santucci e il presidente dell’associazione organizzatrice, Gianforte.
Al termine dell’incontro si terrà il concerto del Coro Alpino “Quelli della montagna” di Tornimparte, dal titolo: “Conto cento… canto Pace”, a celebrare i cento anni dalla Grande Guerra. Alle 20 sarà distribuita a tutti la polenta del carbonaio.
In realtà – grazie all’impegno dell’associazione Rocca San Vito – la giornata sarà avviata al mattino già dalle 9 quando i popolani con abiti appropriati e muniti degli antichi attrezzi inizieranno la mietitura nei campi. Le donne utilizzeranno la falcetta (ju serricchjiu), gli uomini faranno gli “barzi” e legheranno i covoni (manoppi), i ragazzi raccoglieranno le spighe facendo le “mannatelle”, e distribuendo acqua per dissetarsi. Dalle 10 e 30 entrerà in funzione la “meterella”, che miete e lega nello stesso tempo. Alle 12 è prevista la colazione del mietitore, sotto una grande quercia, seduti a terra, con i prodotti e i cibi della tradizione contadina, brindando all’abbondanza del raccolto.
Vincenzo Gianforte ha riscoperto e rilanciato la tradizione dell’Albero del Maggio negli anni ‘70. Ha riportato in vita il mondo dei carbonai contribuendo in prima linea con la sua ricerca cinquantennale e collaborando, insieme ad altri autori, al testo “ La stagione delle carbonaie”, pubblicato nel 1992 insieme ad un video. Nel 2001, sulle montagne di San Giovanni a Tornimparte, ha curato il progetto di ricerca, dedicato sempre alle carbonaie, per il libro “L’oro del bosco” di Luciano D’Angelo. Ha ricostruito la carbonaia in diverse manifestazioni culturali interessando programmi televisivi. Nel 2013 ha partecipato alla fiera del libro di Torino con: “Ju Calenne, l’Albero del Maggio a Tornimparte”. Nell’agosto 2015, nella località della Montagna Spaccata, a Pettorano sul Gizio, nell’ambito del progetto“Vivi le foreste”, ha curato una ricerca storica e antropologica sul mondo dei carbonai in Abruzzo con la costruzione di una grande carbonaia.