A quasi un anno dalla straordinaria esibizione in cui fu ospite Bonehead, chitarrista originale della band inglese, sabato 30 prossimo suoneranno di nuovo al Loft 128 di Spoltore
SPOLTORE (PE) – I Mucky Fingers sono pronti ad infuocare di nuovo il Loft 128 di Spoltore (PE) il prossimo 30 Marzo 2013. A distanza di circa un anno dalla trionfale “A night with … Oasis @ Pescara”, che vide la straordinaria partecipazione di Bonehead, chitarrista originale e membro fondatore degli Oasis la tribute band pescarese torna sul palco del locale che li ha visti in quella serata radunare oltre 800 persone accorse da tutta Italia. Rimarranno nella storia il pullman inglese con cui i ragazzi si presentarono con l’ospite d’onore e la loro performance di gran livello con esecuzioni assolutamente fedeli alle originali del gruppo dei fratelli Gallagher.
Il progetto Mucky Fingers ha origine nel 2008 quando l’attuale cantante, Luca Silvestri, ed il chitarrista – seconda voce Fabio Di Micoli si incontrano e provano a mettere le basi per una tribute Oasis per ricalcare non solo l’immagine degli Oasis, ma soprattutto il suono, il repertorio, la strumentazione e le trovate sceniche del gruppo inglese: chiaro lo scopo di creare dunque una tribute band il più possibile fedele ad un live show del gruppo di Manchester.
Si incontrano di nuovo nel 2009 e nasce la prima line up, con il batterista Gianluca Berardocco (Charlie), il bassista Marco Cantatore ed il chitarrista Cosimo Mazzotta. L’intesa e l’amicizia che lega gli elementi anche fuori dal gruppo li porta la tribute a realizzare il primo concerto il 18 marzo 2011 presso il Loft 128 di Spoltore, dove mettono in scena non una semplice serata live, ma un vero e proprio show con elementi scenici, video e luci fedeli al massimo agli Oasis.
La grande somiglianza fisica, scenica e musicale della voce solista, unita alla scelta accurata dei suoni e degli arrangiamenti del gruppi, sono alla base del successo (sold out) che poi porta il gruppo ad organizzare una nuova serata, nella stessa location, il 17 dicembre 2011, con grosse novità rispetto alla precedente. L’ingresso nel gruppo di Riccardo Pezzopane alle tastiere regala poi un’ulteriore marcia in più alla band. Nel 2012 i Mucky Fingers proseguono a suonare live: da ricordare, come detto, l’evento del 27 aprile con Bonehead, che li accompagna nell’esecuzione dell’anthem gallagheriano “Live Forever”. Il 2013 riparte con nuovi live e con l’ingresso di due nuovi componenti: il chitarrista Matteo D’Ambrosio e il bassista Fabio Ciarrocchi, che sostituiscono i precedenti membri della band.
In occasione del concerto del prossimo 30 marzo, coloro che prenoteranno la cena parteciperanno all’estrazione che metterà in palio il cd europeo di “Don’t believe the truth” (album degli Oasis pubblicato nel 2005) autografato da Noel, Gem, Liam e Andy (con certificato di autenticità), messo a disposizione dal fans club italiano Wonderwall. La serata prevederà l’esibizione della band e il dj set british pop di Fabiolaus (wonderwall.it).
Questa la nostra intervista con i Mucky Fingers.
(C) “Luca si è proposto per cercare dei musicisti e con Fabio li ha trovati: ragazzi dediti completamente agli Oasis, fans della band inglese, persone fantastiche con cui abbiamo così realizzato un progetto molto particolare. Con l’arrivo di Gabriele al basso e Riccardo alle tastiere siamo riusciti a trovare un suono molto fedele ed appassionato”.
Avreste potuto chiamare il gruppo con il nome di una canzone magari più famosa del repertorio dei Gallagher, invece la precisa scelta di “Mucky Fingers”, forse meno nota al grande pubblico. Come mai?
(L) “Non c’è un motivo particolare: ci piaceva il nome. Un giorno ascoltavamo proprio “Mucky fingers” e abbiamo optato per quello, anche perché suona bene”
(F) “Noi abbiamo provato a formarci nel 2008. Dopo alcuni tentativi andati a vuoto, alla fine ci siamo riusciti. Nel momento in cui c’era da scegliere il nome volevamo qualcosa che potesse essere diverso ed originale. “Mucky Fingers” come canzone ci piaceva e poi ci sembrava un buon nome anche musicalmente per una tribute band”.
I vostri concerti sono molto particolari perché la scaletta dei brani varia ogni sera: scegliete infatti di volta in volta un live degli Oasis e lo riproponete …
(L) “Sul palco potrebbe sembrare che in ogni tour i concerti degli Oasis siano uguali, in realtà non è così perché le canzoni sono diverse da live a live. Noi cambiamo la scaletta in base a ciò che ci piace, magari il giorno prima ascoltiamo un brano e ci viene voglia di risuonarlo. È chiaro che dobbiamo ricostruire in genere le scalette che loro proponevano. Riproponendo i vari successi non ci si può concentrare solo su un album, ma si deve spaziare”.
(F) “Ci piace guardare a tutta la loro carriera. La maggior parte delle tribute che sono in giro si fissano a proporre le solite canzoni. Noi, approfittando del fatto che abbiamo una formazione abbastanza variegata con due chitarre e le tastiere oltre che basso e batteria, riusciamo a fare pezzi che neanche loro proponevano dal vivo, ecco perché credo che siamo particolari rispetto agli altri”.
Avete suonato con Bonehead, membro fondatore e chitarrista ritmico degli Oasis dal 1991 al 1999, in occasione della fantastica serata al Loft 128di Spoltore: cosa si prova?
(C) “L’emozione è stata grandissima, il progetto è stato realizzabile grazie soprattutto a Fabio del Fans Club Italiano Wonderwall che ci ha dato la fiducia per organizzarlo. Non è stato facile, visto che era un evento per il Centro-Sud Italia e cose di questo genere erano state fatte finora in città molto importanti come Roma o nel Nord Italia. Farlo a Pescara è stata una grande occasione. Sono felice di aver avuto l’apporto di Alessio del Loft 128. In un mese siamo riusciti nell’intento, cercando di curare ogni piccolo dettaglio e da abruzzese e fan degli Oasis è stato un orgoglio poter dare a Bonehead l’ospitalità, quel sentirsi bene che è tipico delle nostre zone, volevamo farlo sentire a casa, come fra amici”.
(L) “È stato fantastico quando è salito sul palco eseguendo con noi “Live forever”. Suonare con lui è stato pazzesco, non trovo le parole per descrivere ciò che ho provato. Ascolti un artista da tanti anni, già vederlo è stato bellissimo, poi averlo accanto mi ha dato i brividi, una soddisfazione infinita”.
Come e perché nasce la passione per gli Oasis?
(L) “La prima loro canzone che ascoltai fu “Live forever” e già quando ascolti un qualcosa che ti lascia scioccato è più facile appassionarsi. Se invece non ti appassiona subito si fa fatica a capire la band che la propone. Da “Live forever” in poi è stata una passione continua. Non c’è una loro canzone che non mi piace, le associo tutte ad un momento particolare della mia vita”.
(C) “Sono stati per me la colonna sonora di un pezzo della mia vita. Personalmente credo che gli Oasis abbiano davvero creato una sorta di genere a sé stante, perché le loro sonorità sono immediatamente riconoscibili. Ogni canzone non è stata mandata semplicemente sul mercato, ma dietro c’è sempre stato qualcosa vero. Si sente la passione: associare poi un loro brano ad un mio momento particolare è come un sapore, un odore, è una bellissima sensazione”.
(F) “Gli Oasis avevano una grossa musicalità derivante dal fatto che si spiravano a gruppi storici come Beatles e Sex Pistols. Avevano un compositore come Noel che con brani pop rock ci sapeva decisamente fare, uno dei migliori degli ultimi 20 anni. Poi anche la statura del front man Liam ha dato un’altra marcia in più. Mettendo questi fattori insieme ne è venuta fuori la grandezza di una band a cui molti dopo si sono ispirati”.
I Mucky Fingers curano molto, oltre all’aspetto musicale, anche quello visivo, dal look alla scenografia usata sul palco: quanta attenzione deve esserci in una tribute band come la vostra verso questi aspetti?
(L) “Curiamo molto i dettagli. Se si va sul sito del fans club italiano Wonderwall si fa una distinzione precisa fra tribute e cover band. Una cover prende un pezzo e lo rimodella a sua immagine e somiglianza, una tribute riproduce gli stessi suoni, look ed atteggiamenti della band a cui si rende omaggio. Noi siamo una tribute: facciamo del nostro meglio. A me viene spontaneo farlo, perché c’è un legame molto forte far me e gli Oasis che non so neanche spiegare”.
(C) “Aggiungerei che teniamo molto all’impatto scenico, cerchiamo di riprodurre aspetti dei loro concerti, tipo l’orologio che gira all’inverso, la cabina telefonica, del tastierista, portiamo dietro tutta questa situazione per far vedere alla gente che non curiamo solo il lato musicale, ma anche quello scenico. Le persone devono ascoltare ma anche vedere: i curiosi possono uscire da un nostro concerto con la curiosità magari di andare ad analizzare certi dettagli. Cerchiamo in un certo senso di acculturarli su quanto abbiamo noi vissuto”.
In Italia ci sono tante tribute e cover band degli Oasis: quanto è possibile portare fuori dall’Abruzzo i Mucky Fingers?
(L) “È una cosa che è già in progetto, è molto possibile. In realtà abbiamo già preso i contatti con il fans club, ma per scaramanzia non diciamo nulla”.
(F) “Il nostro spettacolo è esportabile proprio perché siamo a livello musicale abbastanza diversi rispetto alle altre tribute, poi ci basiamo molto sulla musica e non solo sull’apparenza come spesso si vede fare in giro”.
Chiudiamo così: la canzone in assoluto che preferite …
(L) “Live forever”. (C) “Whatever” (F) “Don’t look back in anger”.
Per l’evento al Loft 128, organizzato ancora una volta in collaborazione con il fans club italiano degli Oasis Wonderwall (www.wonderwall.it): prenotazione tavoli Alessio 393 9779688. Info Charlie 333 7633922.