L’antichissima tradizione della carbonaia – con un catozzo realizzato nei giorni scorsi da Vincenzo Gianforte, storico locale, presidente dell’associazione “Le Carbonaie”, e uno degli ultimi uomini ad aver affiancato i carbonai di Tornimparte di cui ha raccolto e raccontato il duro lavoro – e una riflessione allargata sulle tradizioni popolari come strumento di promozione del territorio, sono stati invece i due temi al centro del momento di riflessione pomeridiano.
Nel corso del convegno si sono confrontati in una tavola rotonda, oltre a Gianforte, Gabriele Coccia, presidente dell’associazione “Rocca San Vito”, promotrice della giornata della mietitura; Mario Santucci, antropologo e studioso di tradizioni popolari; Giustino Parisse, giornalista del quotidiano Il Centro; Febo Grimaldi, documentarista e autore di numerosi video sul folklore e sulle tradizioni popolari in Abruzzo, tra cui l’opera “Gli ultimi carbonai”(1967).
Febo Grimaldi ha sottolineato la necessità che “la tradizione non si rinnovi soltanto per se stessa, ma diventi fonte di economia e di attrattiva turistica”. Nel 1967, Grimaldi seguì in prima persona il lavoro degli ultimi carbonai di Tornimparte, poi sintetizzato nell’opera proiettata ieri a margine del convegno.
Le tradizioni, la memoria storica di una comunità, devono anche essere ben studiate, documentate e trasmesse alle generazioni future. A farlo presente è stato lo studioso Mario
Santucci secondo cui “se la storia non è raccontata è come se non esistesse”. Santucci ha poi rilanciato la necessità di dotare Tornimparte di un Centro di documentazione, per cui già è stato avviato l’iter, come rimarcato da Fusari.
Le conclusioni sono state affidate al giornalista Parisse, attento osservatore delle tradizioni popolari. Per Parisse, che ha auspicato che si riesca a recuperare il lavoro del collega scomparso Giò Kappa, “le piccole comunità da sole non ce la fanno” e bisogna evitare che, “finita la festa, poi, restino soltanto le briciole. Mancano le attrattive, manca la visione oltre il provincialismo, per cui si finisce spesso per aspettare che lo sviluppo sia provocato dall’esterno”. Per Parisse, il convegno ha rappresentato l’opportunità di evidenziare che “la città dell’Aquila resta scollegata dal suo contado. I due pilastri della città restano sempre due: le pensioni e la rendita immobiliare. Il resto sono soltanto dettagli, come l’industria, la cultura, il polo farmaceutico e tanto altro, su cui ci vogliono fare credere di puntare”.
Al termine dell’incontro si è esibito il Coro Alpino di Tornimparte “Quelli della montagna”. Gabriele Coccia ha consegnato a Grimaldi la Spiga d’oro, assegnata ogni anno a personaggi che si sono distinti nel divulgare le tradizioni popolari locali.
Tra circa due settimane, da venerdì 29 a domenica 31 luglio si terrà la Festa della trebbiatura all’interno della frazione di Colle San Vito, con l’antico rito della trita con i cavalli e con la vecchia trebbia azionata dal trattore Landini a testa calda dei primi anni Trenta del Novecento.
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