“Tracce” aduna nelle sue 131 pagine, una ventina di brevi ma serrati racconti, ciascuno da considerare una storia a sé. Le storie sono percorse da inquietudini, disagi generazionali e insoddisfazioni ma anche da una vena satirica nei confronti della società e del presente che li emancipa dalla condizione di meri resoconti interiori, diaristici. Il narrare di Rapini, sicuro e senza sbavature nel suo ritmo incalzante, apre infatti ampi varchi alla riflessione e al discernimento consegnando al lettore, come diceva Proust, tutto il piacere del testo.
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