Un progetto drammaturgico sui tratti comuni delle fiabe di paesi lontani; simboli, trame e personaggi, inventati a latitudini diverse, si scoprono simili: il “Perdeneroso” delle terre d’Abruzzo” non è così diverso dal mitteleuropeo Barbablù e Raperonzolo, con la sua treccia magica, somiglia in maniera imbarazzante a quella leggiadra fanciulla che va sotto il nome di Cenerentola…. Ma si sa, per le fiabe, l’importante non sono i nomi… L’importante è giocare a “vincere la paura”.
“Chi ha paura delle storie” è uno spettacolo per tutti: per i ragazzi, perché possano ridere del mondo degli adulti ed immaginarne uno migliore; per gli adulti, perché possano tornare ragazzi, cioè curiosi (per capire meglio il mondo) e pieni di energia (per poterlo cambiare). E’, poi, Brechtiano (perché il mondo sappia guardarsi da lontano e correggersi) e Rodariano (perché i segreti del mondo si svelano solo attraverso il gioco).
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