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Tullio De Piscopo e gli Osanna infiammano il Blubar Summer Festival

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Ieri sera il Naples Power grande protagonista al Marina di Francavilla al Mare

FRANCAVILLA AL MARE – Giovedì 5 agosto si è tenuta la seconda serata della diciannovesima edizione del Blubar Summer Festival a Francavilla al Mare nella bellissima location del Porto Turistico del Marina di Francavilla. Il Direttore Artistico Maurizio Malabruzzi salendo sul palco ha presentato il concerto dicendo: “Il Blubar torna a Napoli”. È andata in scena infatti la magia unica degli Osanna e Tullio De Piscopo che hanno infiammato i presenti trascinati dai ritmi prog della band e dalla musica contaminata del grande batterista.

Gli Osanna di Lino Vairetti festeggiano quest’anno i cinquant’anni di attività musicale: proprio nel 1971 usciva infatti il loro leggendario album “L’Uomo”. Deborah Farina sta curando questo importante anniversario ed ha realizzato il documentario “Osannaples”: gli Osanna sono stati infatti al centro di quello che sarebbe poi stato il Naples Power.

C’è anche un libro “Sulle note di un veliero” scritto da Franco Vassia. Non è finita qui perché gli Osanna hanno anche un nuovo album in uscita, “Il Diedro del Mediterraneo”.

Ci sono dunque tutti gli ingredienti per celebrare a dovere una band che ha fatto storia e continuerà ancora a farla a lungo grazie alla passione e alla voglia di stare un palco e suonare dell’unico membro superstite della formazione originale, Lino Vairetti.

In apertura del concerto la grande chicca della serata con gli Osanna che suonano su due scene del documentario di Deborah Farina eseguendo cioè live ciò che al cinema è possibile ascoltare.

Al disco “L’Uomo” è stata dedicata la parte più incendiaria del loro live grazie anche alla presenza come ospite di un altro nome epocale del prog italiano, Gianni Leone, carismatico leader de Il Balletto di Bronzo: favolosa la sua presenza scenica.

“L’Uomo” è stato eseguito con dentro un accenno alla mitica “Purple Haze” di Jimi Hendrix. Gianni Leone ha eseguito “Introduzione” de Il Balletto di Bronzo fra gli applausi dei tanti appassionati di quell’epoca d’oro per il prog italiano che negli Anni’70 regalò lustro alla musica italiana in tutto il mondo.

Doveroso l’omaggio di Lino Vairetti e soci al compianto chitarrista originale degli Osanna, Danilo Rustici, scomparso lo scorso febbraio. Non è mancata la celeberrima “There will be time” tratta dal celeberrimo film “Milano Calibro 9”. Ha chiuso il live “Fuje ‘A chistu paese”.

Il concerto del Blubar Summer Festival è stato per gli Osanna l’anteprima di un tour che li porterà a suonare in giro per l’Italia.

Dopo gli Osanna l’attesissimo Tullio De Piscopo, per la prima volta al Blubar Summer Festival. Introdotta dalle splendide sonorità strumentali del suo compianto “fratello blues” Pino Daniele (“Quando” e “Toledo”), prende vita un concerto che difficilmente si dimenticherà, un vero viaggio nella musica napoletana contaminata da tanti generi, dal blues al jazz e tanto altro. Prima un paio di brani con un saggio del tocco magico alla batteria di De Piscopo accompagnato da una band favolosa.

È però “Stop Bajon” che sin dalle prime note fa letteralmente saltare sulle sedie il pubblico che canta e risponde con entusiasmo alla grande energia di De Piscopo. Spazio agli aneddoti con il batterista che, da grande istrione del palco, chiede “… ma nel 1989 a Sanremo cosa è successo?” e parla del grande successo dell’anno precedente al festival con “Andamento Lento” che, scherzando, dice “questa sera ovviamente non eseguiremo”.

E poi si lancia nel racconto di come nacque il testo di “E allora E allora” che portò appunto al Festival di Sanremo nel 1989 parlando di quanto sia prezioso regalare un sorriso alle persone in particolar modo ai bambini, citando appunto il testo del brano “…. Un sorriso vale tanto”. Parte così una strepitosa versione di “E allora e allora”.

Poi un bellissimo pezzo blues che ancora una volta evidenzia la grandissima ecletticità del batterista napoletano capace di spaziare da un genere all’altro in grandissima scioltezza. Sul finale un assolo pazzesco alla batteria e la presentazione della band.

È poi però l’immancabile “Andamento lento” a trascinare tutto il pubblico che canta e balla: applausi scroscianti alla fine di quello che è stato il più grande successo della lunga carriera di Tullio De Piscopo. Al grido di “I love James Brown, the King of Soul” esplode la carica di “Sex machine” adattata per l’occasione in napoletano che si fonde al ritmo dei Blues Brothers. Parte poi una versione spettacolare di “Jingo” di Santana.

È tempo di bis e Tullio De Piscopo approfitta per raccontare al pubblico il suo grande legame con Pino Daniele non prima di aver anche salutato il suo amico di Manoppello e Bruno Nobili, ex capitano storico del Pescara Calcio presenti in platea. Tullio ha mostrato al pubblico la catenina regalatagli da Pino Daniele nel 2012 quando lo andò a trovare in ospedale nel momento in cui doveva fare un intervento tenuto segreto a molti ma non a lui che aveva capito la situazione. E Tullio si commuove nel dire “ Io sto ancora qua, faccio musica e la musica è la mia vita, come sono la mia vita la mia famiglia, i miei nipoti: loro e la musica mi hanno salvato!”. Il tutto è stato raccontato nel suo libro bestseller “Tempo”.

Poi De Piscopo racconta come nascevano i pezzi di Pino Daniele e di come lui dovesse, a detta del grande e compianto bluesman napoletano, ogni volta conversare con la sua batteria. Si arriva così all’esecuzione della magnifica “Drum Conversation” .

C’è ancora spazio per il racconto di una vita accanto a Pino Daniele, dell’ultimo tour invernale con lui, quello del 2014. De Piscopo parla al pubblico della trilogia che all’epoca stava preparando per festeggiare i suoi cinquant’anni di carriera. Nacque così l’inedito “Canto d’Oriente”, brano sul tema dello sterminio dei Monaci Tibetani, i cui arrangiamenti furono curati proprio da Pino che stravolse quelli iniziali.

Finale al fulmicotone con Lino Vairetti degli Osanna che raggiunge De Piscopo per l’omaggio a Pino Daniele con la trascinante “Yes, I know my way” con il pubblico in piedi a cantare e ballare seguendo il ritmo inconfondibile del pezzo. Tutto finito? No! C’è un ultimo brano ancora, un altro cavallo di battaglia del repertorio della cinquantennale carriera di Tullio De Piscopo, “’E Fatto ‘E Sorde! E?”.

Si chiude così uno dei concerti più energetici degli ultimi anni che ha visto ancora una volta confermare lo stato di grazia di un artista che dopo cinquant’anni ha ancora l’entusiasmo di un ragazzino quando sale su un palco e sa trascinare il pubblico come pochi.

Pubblicato da
Piero Vittoria

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