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Emergenza Coronavirus, turismo estivo in Abruzzo: quale scenario?

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Impossibile ripartire subito, auspicabile una ripresa in tarda primavera ma non sarebbe comunque un ritorno totale alla normalità

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha firmato un nuovo DPCM che estende fino al 13 aprile le misure di contenimento della diffusione del Coronavirus, in precedenza valide fino al 3 aprile. La bella stagione é ormai alle porte e gli stabilimenti balneari e tutte le attività ricettive non solo dovranno restare chiusi al pubblico fino a dopo Pasqua, ma i gestori non potranno nemmeno recarsi presso la propria struttura per effettuare le attività necessarie per prepararli all’apertura.

La pandemia, e conseguentemente la tutela della salute, restano il problema principale, ma non vanno sottovalutate i gravi effetti economici su cui il Governo sarà chiamato ad intervenire per evitare il collasso del turismo. A tale proposito mercoledì 8 aprile é già stata convocata la Commissione Turismo e Industria Alberghiera della Conferenza delle Regioni e Province Autonome alla presenza del sottosegretario con Delega al Turismo, Lorenza Bonaccorsi. “Nella crisi economica conseguente al Coronavirus emerge l’importanza della filiera turistica italiana, vera e propria industria del Paese, per la sua trasversalità e le attività che coinvolge”, ha dichiarato Mauro Febbo, assessore al Turismo, alla Cultura e allo Sviluppo economico della Regione Abruzzo e presidente della Commissione nazionale degli assessori al Turismo. Per fare un esempio, per uno stabilimento balneare le attività di allestimento e manutenzione richiedono, infatti, almeno un mese di tempo, e questo comporterà un ritardo nell’apertura delle spiagge e della stagione estiva, se e quando questa sarà concessa.

Impossibile un ritorno alla normalità dopo il 13 aprile; auspicabile una ripresa delle attività turistiche come stabilimenti balneari, bar e alberghi all’inizio di maggio o addirittura ai primi di giugno, sperando in un prolungamento della stagione fino ad ottobre per recuperare la mancata apertura primaverile. Apocalittica una chiusura totale fino al 2021.

Anche se il turismo dovesse ripartire in tarda primavera, non sarebbe, comunque, un ritorno alla normalità totale. Ci sarebbero sempre da rispettare adempimenti straordinari di natura sanitaria come la disinfezione quotidiana dei locali, il maggiore distanziamento tra gli ombrelloni in spiaggia e tra tavolini, il divieto di organizzare eventi che facilitino assembramenti.

Stando alle dichiarazioni degli infettivologi l’allerta Coronavirus continuerà a restare ai massimi livelli per tutta l’estate, con duplice rischio: le persone potrebbero optare per non andare in vacanza; un solo episodio di contagio comporterebbe la messa in quarantena di tutti i clienti di una spiaggia o di un albergo. Un timore espresso nei giorni scorsi da Mauro Febbo, che ha parlato di cancellazione di tutte le prenotazioni non solo per la settimana Santa ma anche per l’estate e di stagione compromessa. Inoltre, sarebbe un turismo totalmente “made in Italy”, dal momento che, essendo il Covid-19 arrivato più tardi negli altri Paesi, le frontiere saranno sicuramente ancora chiuse.

Tornare alla normalità richiederà molto tempo e cautela ma ci sono aziende che questa attesa non riusciranno a superarla.

Pubblicato da
Marina Denegri

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