ROCCARASO (AQ) – “Il Museo dell’Angelo di Anykščiai si arricchisce di una creazione eccezionale”. Così si sono espressi sabato scorso i membri del comitato d’accoglienza durante la cerimonia di consegna dell’Angelo dell’Amore, il nuovo gioiello di Franco Coccopalmeri e che entra a far parte della mostra permanente del museo.
L’Angelo dell’Amore rappresenta contemporaneamente tre immagini: c’è la figura di un angelo, modellata con un corpo stilizzato che si estende in un’armonia di linee fino alle ali realizzate con la filigrana.
Appare poi la forma del cuore che coincide con la sagoma della creatura celeste e anche con il suo significato, perché il cuore come simbolo di amore ricorda il sentimento di cui l’angelo si fa portatore.
Infine, il corpo dell’angelo richiama l’idea del crocifisso attraverso una rappresentazione stilizzata della figura cristiana in croce.
“Oggi” ha detto il vicesindaco Sigutis Obelevičius “ho avuto il grande piacere e l’onore di incontrare un ospite così importante proveniente dall’Italia e che ha creato due angeli così significativi”.
“Sono felice di questa grande accoglienza” ha dichiarato Coccopalmeri “questo museo è davvero emozionante e pieno di iniziative interessanti. Per me che sono particolarmente legato alla figura dell’angelo, è molto significativo aver presentato il mio Angelo dell’Amore in questo luogo. Ho apprezzato l’intera collezione del museo e sono felice che due mie opere restino qui in esposizione permanente”.
Infatti oltre all’Angelo dell’Amore, il museo ospiterà anche l’Angelo Custode, gioiello che Coccopalmeri ha realizzato qualche anno fa e che raffigura uno degli ornamenti in pietra che abbellivano la Chiesa cinquecentesca di Roccaraso, distrutta dagli eventi della Seconda Guerra Mondiale.
Oggi quell’angelo di pietra, scampato alle esplosioni belliche, decora l’ingresso della canonica odierna.
Il racconto della storia di Roccaraso e di questo angelo ha toccato l’animo del pubblico lituano visibilmente commosso.
“Il calore degli spettatori” ha concluso Coccopalmeri “è stato entusiasmante. Tutte quelle persone che mi hanno trattenuto a lungo nella sala del museo dopo la cerimonia mi hanno dimostrato un affetto e un apprezzamento che è piacevole avere anche a duemila chilometri da casa”.
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