PESCARA – Al museo delle Genti d’Abruzzo di Pescara grande seguito di pubblico per la visita-spettacolo dal titolo “Un Tuffo nel Passato: Bagno Borbonico” che è andato in scena lo scorso weekend. L’evento è stato realizzato in collaborazione con il Florian Teatro Stabile d’Innovazione, nell’antico bagno penale di Pescara con l’obiettivo di portare il Teatro nei Musei, “creare spettacoli per il luogo dove si fa”. Lo spettacolo è stato curato nel testo e nella regia da Giulia Basel, l’ambiente sonoro Globster, l’attore Umberto Marchesani. Un prigioniero dietro le sbarre accoglie lo stupito pubblico composto da giovani, da famiglie con bambini, nel bagno borbonico, nell’ala risorgimentale del Museo delle Genti d’Abruzzo, invitandolo ad addentrarsi in quello che una volta è stato un carcere duro.
Molto coinvolgente l’interpretazione dell’attore Umberto Marchesani che ha fatto rivivere agli spettatori la storia di questo coraggioso patriota e dei suoi compagni di sventura: il cugino, Clemente De Cesaris, al quale era legato da tre metri e mezzo di catena per l‘intera giornata e ciò nonostante riusciva a scrivere anche poesie; Baldassare De Tullio di Cappelle che ha vissuto con centinai di galeotti. L’attore descrive la dura carcerazione di questi patrioti tra le umide e fredde mura del bagno borbonico, il loro esiguo corredo, le privazioni alimentari, l’igiene inesistente. Grandi sofferenze per i prigionieri costretti ad una catena di ferro, torture inferte con la pala di cannone e catene che legavano due prigionieri, costretti così a condividere ogni momento della giornata per mesi, per anni! Privazioni, malattie e tanta sofferenza che non facevano morire però la loro speranza. La visita al bagno borbonico ha suscitato forte emozione: toccare quelle spesse e fredde mura, vedere le finestre con le inferriate ricoperte da un telo che impediva la luce di entrare e di guardare fuori, la latrina per i bisogni fisiologici.
Questo il pensiero di Letizia Lizza, curatrice scientifica del progetto del Museo delle Genti d’Abruzzo:
“I musei diventano così luoghi dove gli spettatori accrescono l‘interesse per il teatro, con la loro partecipazione attiva e coinvolgimento emotivo, indotto da attori professionisti ed il museo diventa luogo dove conoscere le testimonianze della storia e dell’umanità. Il museo è il cuore pulsante della città e muoversi nelle sale, calpestare il pavimento, toccare le mura, vedere l’ambiente dove sono realmente accadute delle storie vere, prende emotivamente”.
Foto di Michele Raho
In collaborazione con la dott.ssa Angela De Francesco
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