“Un Tuffo nel Passato: Bagno Borbonico”: successo di pubblico a Pescara

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Il 14 e 15 marzo coinvolgente interpretazione di Umberto Marchesani, nello spettacolo curato da Giulia Basel

PESCARA – Al museo delle Genti d’Abruzzo di Pescara grande seguito di pubblico per la visita-spettacolo dal titolo “Un Tuffo nel Passato: Bagno Borbonico” che è andato in scena lo scorso weekend. L’evento è stato realizzato in collaborazione con il Florian Teatro Stabile d’Innovazione, nell’antico bagno penale di Pescara con l’obiettivo di portare il Teatro nei Musei, “creare spettacoli per il luogo dove si fa”. Lo spettacolo è stato curato nel testo e nella regia da Giulia Basel, l’ambiente sonoro Globster, l’attore Umberto Marchesani. Un prigioniero dietro le sbarre accoglie lo stupito pubblico composto da giovani, da famiglie con bambini, nel bagno borbonico, nell’ala risorgimentale del Museo delle Genti d’Abruzzo, invitandolo ad addentrarsi in quello che una volta è stato un carcere duro.

Spettacolo suggestivo con un attore di talento, Umberto Marchesani, che ha interpretato il prigioniero, Antonio De Cesaris, un patriota di Penne che al sogno dell’Italia unita ha dedicato la sua gioventù e cinque anni di prigionia in una delle carceri più malsane del Regno di Napoli, nella piazzaforte di Pescara, dove sono stati imprigionati anche 55 patrioti dello sbarco di Carlo Pisacane a Sapri. É stata declamata, coinvolgendo il pubbico, anche la celebre poesia scritta da Luigi Mercantini La spigolatrice di Sapri.

Molto coinvolgente l’interpretazione dell’attore Umberto Marchesani che ha fatto rivivere agli spettatori la storia di questo coraggioso patriota e dei suoi compagni di sventura: il cugino, Clemente De Cesaris, al quale era legato da tre metri e mezzo di catena per l‘intera giornata e ciò nonostante riusciva a scrivere anche poesie; Baldassare De Tullio di Cappelle che ha vissuto con centinai di galeotti. L’attore descrive la dura carcerazione di questi patrioti tra le umide e fredde mura del bagno borbonico, il loro esiguo corredo, le privazioni alimentari, l’igiene inesistente. Grandi sofferenze per i prigionieri costretti ad una catena di ferro, torture inferte con la pala di cannone e catene che legavano due prigionieri, costretti così a condividere ogni momento della giornata per mesi, per anni! Privazioni, malattie e tanta sofferenza che non facevano morire però la loro speranza. La visita al bagno borbonico ha suscitato forte emozione: toccare quelle spesse e fredde mura, vedere le finestre con le inferriate ricoperte da un telo che impediva la luce di entrare e di guardare fuori, la latrina per i bisogni fisiologici.

I patrioti del Risorgimento sono stati puniti perchè volevano una sola Italia, un’unica Nazione e lo spettacolo si è concluso con un interrogativo: Il Sud ed il Nord sono unite? – l’Italia oggi è veramente unita?

Questo il pensiero di Letizia Lizza, curatrice scientifica del progetto del Museo delle Genti d’Abruzzo:

“I musei diventano così luoghi dove gli spettatori accrescono l‘interesse per il teatro, con la loro partecipazione attiva e coinvolgimento emotivo, indotto da attori professionisti ed il museo diventa luogo dove conoscere le testimonianze della storia e dell’umanità. Il museo è il cuore pulsante della città e muoversi nelle sale, calpestare il pavimento, toccare le mura, vedere l’ambiente dove sono realmente accadute delle storie vere, prende emotivamente”.

Foto di Michele Raho

In collaborazione con la dott.ssa Angela De Francesco

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