LANCIANO – Filippo non voleva passare per lo sfigato di turno. Francesca ci teneva proprio a provarla. Chiara l’aveva sempre vista in casa, non poteva certo farle male. E così sono nate le loro prime esperienze con le sostanze, presto trasformatesi in vera e propria dipendenza. Per loro fortuna, per tutti l’ingresso a San Patrignano. Sono solo tre incipit delle quindici storie raccontate dalla giornalista e scrittrice Angela Iantosca nel suo libro “Una sottile linea bianca” (edito da Giulio Perrone, con prefazione del professor Antonio Nicaso) e trasformate, in accordo con la comunità, nell’omonimo monologo teatrale entrato a far parte del progetto di prevenzione WeFree di San Patrignano.
Il format approda a Lanciano questa settimana dove sarà messo in scena due volte: domani giovedì 7 novembre alle 20.45 al Teatro Fenaroli (Strada de’ Frentani, 6) per la cittadinanza intera e la mattina successiva dell’8 novembre alle 9 al Cinema Maestoso (Via V. Bellisario, 41) per 750 alunni dell’Istituto De Titta Fermi che ha fortemente voluto portare lo spettacolo in città.
“Purtroppo il problema della tossicodipendenza è un fenomeno presente anche nel nostro territorio – spiega Vitalino Damario, insegnate referente del progetto “legalità e cittadinanza attiva” della scuola – É un problema rispetto al quale non possiamo chiudere gli occhi e che colpisce sempre più i giovani, quelli più fragili, le personalità più deboli o che hanno nuclei familiari disgregati. Frequentando da tempo San Patrignano, sappiamo bene quanto sia importante per gli studenti toccare con mano le storie vere di ragazzi che hanno incontrato questo problema. Emergono sempre delle prese di coscienza importanti, momenti di riflessione. E in questo caso abbiamo pensato potesse essere interessante estendere il progetto ai genitori e alla cittadinanza intera”.
In scena ci saranno l’autrice Angela Iantosca assieme a Carolina e Federica, ragazze che hanno concluso il percorso a San Patrignano che leggeranno alcuni brani del libro: le vicende dei giovani si intrecceranno all’inchiesta della giornalista sino a concludersi con l’ingresso in comunità. Uno spettacolo che permette di raccontare le emozioni, ma anche i numeri, gli aspetti tecnici e giornalistici del problema tossicodipendenza, che fa entrare lo spettatore nelle piazze di spaccio e nelle vite narrate. Un monologo a cui farà seguito l’intervista della giornalista a Carolina e Federica.
“Il libro prende le mosse da molto lontano – racconta Angela Iantosca – Erano gli anni dei Ragazzi dello Zoo di Berlino, di Cristiana F e della paura delle droghe, in particolare di cocaina ed eroina. Erano gli anni in cui si aveva paura che qualcuno in discoteca versasse qualche sostanza nelle bibite. Una paura che è rimasta congelata nella mia mente per poi riproporsi quando ho fatto visita alle Vele di Scampia, alle piazze di spaccio romane e milanesi, fino ad entrare per la prima volta nella comunità San Patrignano. Da allora ho deciso di raccogliere le storie di una quindicina di loro per raccontare che la droga è trasversale, democratica, che non si ferma davanti ai titoli di studio o alla ricchezza, che riguarda le periferie e il centro delle città”.
“Speriamo possa essere un momento di riflessione per tutti gli adulti e gli studenti che seguiranno i due spettacoli – spiega Patrizia Russi, una delle responsabili del progetto di prevenzione – Sono storie raccolte con passione da Angela e che le nostre due ragazze racconteranno con grande emozione, ritrovando la loro in ognuna di esse. Un momento importante per sottolineare quanto il problema tossicodipendenza sia attuale e ricordare che grazie all’aiuto delle comunità e di tante altre realtà è possibile superarlo”.
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