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Unificazione Pescara e Castellamare, Foschi ne ricorda l’89° anniversario

da Redazione

Il rappresentante  di Pescara Mi piace sottolinea come tale data storica sia stata dimenticata dall’Amministrazione Alessandrini
PESCARA  – Oggi,12 gennaio 2016 ricorre l’89 anniversario  dell’unificazione di Pescara e Castellamare,provvedimento significativo per la crescita del territorio e  per lo sviluppo infrastrutturale della nostra città e  per il quale dobbiamo ringraziare due personalità, Gabriele D’Annunzio e l’onorevole Giacomo Acerbo.Ce lo ricorda in una nota  Armando Foschi, membro dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ che sottolinea anche come tale ricorrenza sia stata dimenticata  dall’Amministrazione Alessandrini ,mentre il recupero della memoria storica e delle nostre radici dovrebbe costituire un indispensabile  bagaglio morale  per chi amministra una città.

“Quella odierna ha ricordato Foschi – è una data significativa per Pescara, momento fondamentale per capire da dove proveniamo e l’importanza della tutela delle nostre radici storiche. Parliamo di una ricorrenza che segnò un momento storico fondamentale per il nostro capoluogo che, a partire dal 12 gennaio 1927, trovò nell’unificazione di due Comuni fino ad allora separati, quella forza politica, amministrativa, economica e insieme quella dimensione territoriale che consentirono alla ‘nuova Pescara’ di avviare un significativo processo di sviluppo, prima urbanistico-architettonico, poi produttivo, culturale, turistico, un percorso di crescita che è proseguito inarrestabile sino ai giorni nostri. Quel 12 gennaio 1927 ha segnato l’inizio del percorso che portò Pescara ad acquisire la dimensione della ‘nuova città’ e a divenire un punto di riferimento per l’intera regione Abruzzo, al centro della direttrice adriatica, per la presenza dell’importante Stazione ferroviaria e dello sbocco sul mare destinato ad accogliere il porto cittadino, per la sua forte vocazione commerciale e per l’intraprendenza e operosità della sua classe dirigente. E infatti sull’onda della fusione, negli anni immediatamente successivi, la città ha assistito alla realizzazione dei due importanti Palazzi che ancora oggi ospitano gli Uffici del Comune e della Provincia, dell’imponente sede delle Poste centrali, della Camera di Commercio, del Liceo Ginnasio e della splendida Cattedrale di San Cetteo, solo per ricordare i più rilevanti esempi della ricchezza architettonica e del fervore di opere pubbliche che hanno caratterizzato quel periodo storico. Per conferire organicità alla nuova città e al tempo stesso per favorire l’esplosione delle sue potenzialità di sviluppo, venne inviato a Pescara Berardo Montani, il primo Podestà, il quale assunse le scelte strategiche che determinarono il futuro assetto urbanistico pescarese, grazie anche alla collaborazione dell’architetto Vincenzo Pilotti, professore dell’Università di Pisa che contribuì a ridisegnare il centro di Pescara, individuando il fiume come fattore unificante, quel fiume che sino ad allora era stato considerato come elemento di divisione tra le due municipalità e che invece divenne il punto di snodo. Non dimentichiamo poi che dopo poco, l’8 novembre 1928, avvenne un altro passaggio cruciale per il futuro sviluppo economico e turistico della città, in quanto venne attribuito alla municipalità di Pescara l’aeroporto. Il momento dell’unificazione è stato dunque il crocevia dello sviluppo della città stessa ed è dovere di tutti gli amministratori ricordare e sottolineare la data del 12 gennaio. Peccato che questo non valga per lo smemorato sindaco Alessandrini che, alla prima occasione nelle vesti di primo cittadino, ha completamente snobbato e cancellato la ricorrenza: non un comunicato, non un’iniziativa, non un momento di riflessione, non una seduta straordinaria del Consiglio comunale, come ha sempre fatto il governo di centro-destra. Le risorse intellettuali non mancano all’interno della macchina comunale, eppure la data è stata colpevolmente dimenticata dall’assessore alla cultura numero uno, Di Iacovo, troppo impegnato nell’organizzazione dei Festival letterari da 12mila euro l’anno; l’ha dimenticata l’assessore alla cultura numero due, Marchegiani, troppo impegnata a prendere le misure del Teatro Michetti; l’ha dimenticata il responsabile dell’Aurum, lo studioso-ricercatore-filologo-antropologo Licio Di Biase, tutto preso dall’organizzazione di eventi; l’ha dimenticata il Presidente della Commissione cultura; e l’ha dimenticata persino il Presidente del Consiglio Blasioli, che pure dispone di un cospicuo budget per l’organizzazione di eventi istituzionali. Ma per la smemorata macchina amministrativa del sindaco Alessandrini la storia di Pescara può anche finire nel dimenticatoio”.

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