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Università Chieti, incontro: “Lo sviluppo che fa male. I pericoli dell’energia nucleare”

da Donatella Di Biase

Nell’ambito delle manifestazioni in programma per il Chernobyl Day, il 23 aprile, alla Facoltà di Lettere si cercherà di sensibilizzare  l’opinione pubblica sul problema per confutare le tesi di chi vuole riproporre il nucleare

Il dibattito sul nucleare diventa sempre più acceso man mano che il pericolo di averlo dietro l’angolo diventa più reale. A ventiquattro anni dal più grande incidente radioattivo della storia, quello di Chernobyl, l’incubo torna a riaffacciarsi dalle pagine dei giornali o dai dibattiti o dalle manifestazioni  organizzate dagli ambientalisti. Eppure il popolo italiano sull’onda emotiva del disastro ambientale di Chernobyl, dando prova di una coscienza ambientalista, che non sempre dimostra, con un referendum  nel 1987 ha detto chiaramente  no al nucleare.

In tale occasione infatti furono messi dei paletti ben saldi per ostacolare lo sviluppo futuro di tale forma di energia tanto che da allora, di fatto, si ebbe la rinuncia in toto all’energia nucleare e lo smantellamento delle quattro centrali presenti sul territorio nazionale. Ora sembra che quel referendum non ci sia mai stato e la volontà popolare appare sinceramente del tutto calpestata da quell’accordo Italia-Francia ,che ha determinato la ripresa del nucleare come fonte di energia alternativa.  Certamente di fronte al problema energetico globale e a quello nazionale ancora più grave per mancanza di fonti da sfruttare, il cittadino si pone delle domande, ha legittimamente dei dubbi sul pro o contro di questo tipo di energia. Ad aiutarlo però a farsi un’idea più precisa  ci pensano Greenpeace Pescara, Abruzzo Social Forum e Rna – Rete nazionale antinucleare Abruzzo con l’incontro “Lo sviluppo che fa male. I pericoli dell’energia nucleare”, in programma, oggi, venerdì 23 aprile alle 16,30 presso l’Università degli Studi di Chieti (Facoltà di lettere, aula “A”), con la proiezione di documentari inediti, diffusi in Italia da RNA:

– Lo scandalo della Francia Contaminata
– RIFIUTI: l’incubo del nucleare

Seguirà un dibattito sul nucleare a cui interverranno : Piero Angelini (Wwf Abruzzo), don Silvio Malic (diocesi di Termoli-Larino – Pax Christi), Fabienne Melmi (coordinatrice nazionale Rna), Vincenzo Migliucci (Cobas) e Bruno Pace (Greenpeace Pescara).

A chi sostienre “Tanto vale averle le centrali, piuttosto che comprare il nucleare dalla Francia” risponde Greenpeace  con i dati scaturiti da studi e comparazioni accurate con le altre nazioni europee e con gli stessi Stati Uniti e che dimostrano  che non c’è affermazione più falsa: il nucleare, dati alla mano, ha costi molto più alti di quelli prospettati dall’Enel e dal Governo, che sarebbero dunque sottostimati.

L’Enel, nel caso specifico, ha formulato l’ipotesi che il 70% dell’investimento per la costruzione dei primi 4 reattori italiani può tramutarsi in commesse per le industrie italiane: una promessa non mantenibile secondo l’esperienza dei Paesi che si sono dati al nucleare, i quali confermano dati enormemente più bassi, senza contare che nel caso italiano il cuore dell’attività nucleare è sotto brevetto esclusivo di Areva, la società francese. Nessun particolare guadagno, dunque, per le attività italiane.

Ma non è tutto: Greenpeace rilancia rivelando che:

mentre il programma nucleare del Governo vale 50 miliardi di kilowattora all´anno, la combinazione di energie rinnovabili ed efficienza garantisce circa 150 miliardi di kilowattora all’anno: praticamente il triplo. Si tratta di una vera rivoluzione, ma alla portata di tutti, sostenibile ed economica. Senza contare i gravi rischi per la salute umana, dato che nessuna fonte finora è stata in grado di scongiurare la pericolosità delle scorie o di eventuali incidenti. Durante il disastro di Cernobyl, in Bielorussia e Ucraina furono contaminati più di 140mila chilometri quadrati di territori e fu necessaria l´evacuazione di circa 350mila persone.

Proprio per non dimenticare le vittime e  coloro che continuano e purtroppo continueranno a pagare le conseguenze, in occasione del 24° anniversario del disastro di Chernobyl (26 aprile 1986), la rete francese “Sortir du Nucléaire” ha lanciato la campagna 2010 del Chernobyl Day , coordinata in Italia da RNA (Rete Nazionale Antinucleare).

Le azioni simultanee  di questa manifestazione internazionale consistono in innumerevoil iniziative nel mondo concentrate in gran parte nell’arco di due giorni 25 e 26 aprile prossimi.

L’RNA, ha dunque promosso in Italia, eventi ed azioni (convegni, assemblee,concerti, proiezioni pubbliche, azioni locali, nazionali e vere e proprie manifestazioni) ovunque si sia riusciti ad organizzarli con la speranza che siano in tanti a partecipare e a far sentire la propria voce per denunciare l’assenza di risposte e rifiutare i progetti di rilancio del nucleare.

Il ministro Scajola ha previsto per la primavera la definizione ufficiale dei siti per l’installazione delle centrali nucleari, e quindi l’obiettivo non sarà solo la celebrazione del Chernobyl Day come ricorrenza, ma l’inizio di una stagione di mobilitazioni e riflessioni che possa trovare nel 26 Aprile un momento fondamentale.

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