CHIETI – L’Associazione “Lista Aperta”, con i fondi messi a disposizione dall’Ateneo per le attività culturali studentesche, ha promosso una iniziativa culturale, che sarà inaugurata lunedì 19 aprile, alle ore 17.30, presso l’Aula Magna di Lettere, alla presenza di Giovanna Parravicini, ricercatrice della Fondazione Russia Cristiana e curatrice della mostra fotografica, e con la Dott.ssa Maria Teresa Giusti, ricercatrice di Storia contemporanea presso la Facoltà di Scienze Sociali dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara.
Si tratta di una mostra dal titolo “Solženicyn: vivere senza menzogna” che , dal 19 al 30 aprile sarà ospitata dall’Università d’Annunzio, presso il Foyer della Facoltà di Lettere, nel Campus di Chieti.
Gli studenti di Lista Aperta hanno detto:
la scelta di dedicare il nostro impegno alla figura dello scrittore russo nasce dalla passione di due compagne di studi che ci ha coinvolto pian piano, fino a diventare un vero e proprio avvenimento di vita.
Sarà possibile visitare gli allestimenti fotografici dal lunedì al sabato, dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 15.00 alle 18.30.
La mostra, tramite riferimenti biografici su Aleksandr Solženicyn (1918-2008), descrive l’indissolubile anelito di libertà e di umanità che caratterizza ogni uomo, anche i detenuti in un campo di prigionia, luogo dove si cerca di ridurre l’uomo a mero ingranaggio del sistema; eppure, proprio quando è privato di tutto, egli tende alla statura che più si addice alla propria natura. Cosa rende l’uomo degno di tale appellativo?
La storia di Aleksandr Solženicyn è il simbolo della lotta che si ingaggia da sempre, tra ogni “io” umano che prenda coscienza di sé, della propria identità personale e di popolo, e il “male anonimo” che vorrebbe la resa completa dell’anima, svuotata di libertà e responsabilità. La vicenda biografica e letteraria di Solženicyn testimonia anche che la capacità di resistere e di riportare la vittoria è affidata alla custodia della memoria e della libertà. Il desiderio di ogni uomo , per riscoprire se stesso, dovrebbe essere proprio quello di “vivere senza menzogna” che il grande scrittore russo ha riscoperto per sé nel lager, e che ha lanciato come una sfida alla sua gente .
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