VASTO (CH) – La Compagnia Guardia di Finanza di Vasto, retta dal Capitano Marco Garofalo, su esplicite direttive del Comandante Provinciale Col. t. ISSMI Vittorio Mario Di Sciullo, nell’ambito di specifici servizi sul territorio finalizzati al contrasto dell’abusivismo commerciale ed alle frodi nella vendita di prodotti in genere, al fine di tutelare le attività commerciali regolari presenti sul mercato, durante il periodo natalizio, ha proceduto complessivamente al sequestro di 321.000 fuochi pirotecnici per un peso complessivo di 315 kg di materiale, riportante la categoria di appartenenza alterata, di nr. 3 milioni di palloncini gonfiabili con marcatura “CE” irregolare nonché alla denuncia alle Autorità Giudiziarie di Vasto, Lanciano e Avezzano di 5 soggetti.
L’importante attività si è avviata procedendo ad un controllo di una autovettura, che circolava lungo la ss. 650 “Trignina”(una delle principali arterie che collega l’Adriatico con la zona
industriale casertana) guidata da un cittadino italiano incensurato che deteneva alcuni petardi aventi come marchio “Magnum con miccia”.
La successiva attività investigativa consentiva di accertare che tale materiale pirotecnico, venduto da un esercizio commerciale, situato nell’alto vastese, riportava sulle confezioni la categoria di appartenenza alterata, da “V classe C” a “V classe D”, che secondo la normativa vigente in materia di fuochi pirotecnici prevede nel primo caso un’autorizzazione di pubblica sicurezza nonché luoghi idonei alla detenzione, mentre nel secondo caso non viene richiesta alcuna incombenza autorizzativa.
Attraverso ulteriori accertamenti e mirate indagini di polizia giudiziaria si è riusciti ad individuare e risalire all’illecita filiera distributiva localizzata sull’intero territorio abruzzese nonché di scoprire una fabbrica di confezionamento di palloncini gonfiabili per feste lucrative, con marcatura “CE” irregolare ed in netto contrasto con le vigenti disposizioni di legge. Il commercio di prodotti pericolosi, che non rispettano la normativa vigente, e nel caso specifico di produzione di palloncini per bambini, costituisce un potenziale elemento di danno per la salute del consumatore finale.
Il fenomeno della contraffazione continua, purtroppo, a non essere percepito dagli acquirenti come realmente dannoso per l’economia, nonostante sia intimamente connesso ad altre forme di illegalità economico finanziaria che inquinano il mercato e sottraggono alla collettività importanti risorse, quali l’evasione fiscale e contributiva, lo sfruttamento del lavoro nero ed irregolare, il reimpiego di capitali illeciti. Senza dimenticare i danni per la salute e la sicurezza dei consumatori, considerata la pericolosità e nocività dei prodotti utilizzati per la fabbricazione degli stessi, con contestuale fallace indicazione di origine e provenienza.