Vasto, truffa all’Inps: Indebite percezioni di assegni sociali per 1.500.000 euro

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Denunciate 45 persone. Le Fiamme Gialle hanno presentato i dati dell’operazione

CHIETI – Una complessa operazione della Guardia di Finanza di Vasto a tutela della spesa pubblica ha portato alla luce una maxi truffa ai danni dell’Inps che ha permesso di denunciare all’Autorità Giudiziaria locale 45 persone resesi responsabili dell’indebita percezione di assegni sociali per oltre 1.500.000 euro e di sequestrare 162 unità immobiliari e 50 conto correnti.

L’indagine, coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Vasto,  Dott.ssa Enrica Medori, ha consentito di accertare, nell’ambito del contesto di “Spending Review”,  una peculiare frode finalizzata alla percezione di assegni sociali cd. “pensione minima”.

Il meccanismo truffaldino ha riguardato 45 persone che, residenti nei paesi dell’America Latina (Brasile, Argentina e Repubblica Dominicana), al compimento del 65 anno di età, rientravano in Italia il tempo necessario per stabilire la residenza. Tale requisito, come previsto dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi, viene conseguito quando un soggetto rimane iscritto presso l’anagrafe comunale per un periodo superiore a 183 giorni.

Nel periodo di permanenza nello Stato italiano i soggetti indagati richiedevano all’Inps competente per territorio la prevista pensione minima, aprendo contemporaneamente un conto corrente o libretto bancario/postale ove far confluire le somme indebitamente spettanti. I controlli effettuati hanno permesso di appurare che solo “cartolarmente” i 45 beneficiari denunciati erano in possesso dei requisiti previsti dalla legge 8 agosto 1995, nr 335, per ottenere l’assegno sociale. Tutto sembrava in regola, con un piccolo particolare, la residenza dei soggetti in Italia non aveva il carattere della fissa dimora. Infatti, raggiunto lo scopo ed ottenuto quindi il riconoscimento dell’assegno sociale, i beneficiari rientravano nel loro paese di provenienza.

Nel corso delle indagini sono state monitorate oltre cento posizioni sospette ed è stata acquisita tutta la documentazione bancaria e postale inerente i conti correnti e i libretti di risparmio sui quali venivano accreditate le somme erogate dall’Inps, il cui esame ha consentito di rilevare come gli stessi beneficiari dell’assegno sociale effettuassero prelievi, a volte, anche per il tramite di altri soggetti cointestatari o delegati effettivamente dimoranti in Italia. Per dimostrare ed accertare l’effettiva assenza dall’Italia, sono stati effettuati controlli agli indirizzi di residenza, acquisendo informazioni anche dalle persone residenti nelle immediate vicinanze. I 45 soggetti per anni hanno beneficiato di una prestazione non dovuta arrivando a truffare l’ente previdenziale per oltre 1.500.000 di euro.

La sede territoriale Inps vastese, inoltre, in relazione alle anomalie che nel corso dell’indagine emergevano, ha sospeso il pagamento del beneficio in questione, evitando che venissero indebitamente percepite ulteriori somme dagli indagati sino alla morte ed anche oltre. Infatti, come dimostrato dalle attività, è stato rilevato che in alcuni casi l’INPS aveva erogato il beneficio a persone già decedute all’estero, che risultavano allo Stato Italiano ancora in vita essendo mai pervenuto all’ufficio demografico competente il relativo certificato di morte. A conclusione delle indagini il Gip del Tribunale di Vasto, su proposta della locale Procura della Repubblica, ha disposto il sequestro preventivo per equivalente di 162 unità immobiliari e 50 conti correnti nei confronti dei soggetti indagati. L’attività delle Fiamme Gialle di Vasto si inquadra nel più ampio dispositivo di controllo disposto dal Comando Provinciale di Chieti a tutela della spesa pubblica nazionale, in linea con le direttive impartite a livello centrale, ove si persegue l’obiettivo di salvaguardare il corretto impiego di fondi pubblici e l’efficacia delle politiche di sviluppo sociale e di sostegno in una ottica di equità sociale.

“L’attività di indagine – ha spiegato Marco Garofalo, comandante della Compagnia della Guardia di Finanza di Vasto – prende spunto da due testi normativi: uno riguarda i redditi e l’altro le persone che sono registrate nel nostro territorio. La pensione minima viene data ai soggetti che hanno la residenza e che non hanno reddito. Abbiamo analizzato un centinaio di persone. Questi soggetti erano residenti tra Brasile, Argentina e Repubblica Domenicana e all’età di 65 anni spostavano la loro residenza in Italia, aprivano dei conti correnti italiani e creavano tutti quei presupposti per ricevere l’assegno sociale, dopodiché tornavano nel loro Paese d’origine, questo lo facevano appoggiandosi a persone residenti in Italia. Un’altra caratteristica è che qualcuno di questi soggetti è deceduto all’estero e lo Stato italiano continuava ad erogare questo assegno. Questo ha portato al sequestro di immobili e conti correnti, l’obiettivo è stato quello di recuperare queste somme. Siccome sui conti correnti c’era ben poco ci siamo rifatti sui possedimenti immobiliari, ne abbiamo sequestrati 162. Il danno erariale ammonta ad un milione e mezzo di euro. Con questa attività, solo nel vastese, siamo riusciti a recuperare 500 mila euro annui. Questo ha conseguenza anche su altri settori come quello sanitario, quindi è veramente un grosso danno per lo Stato italiano”.

Pubblicato da
Francesco Rapino

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