Dal giovedì al sabato alle 21.00 e la domenica alle 17.00 in scena al Teatro Lo Spazio di Roma per la prima nazionale sotto la regia di Gianni de Feo con Gianni De Feo e Patrizia Bellucci
ROMA – Torna la collaborazione del Florian Metateatro con il poliedrico regista-attore Gianni De Feo. Dopo le coproduzioni degli ultimi anni, tutti sulla storia e i protagonisti del nostro Novecento, da “Tangeri” di Silvano Spada sulla Spagna di Franco degli anni Quaranta, a “Fino alla fine del mondo” dedicato a Charles Aznavour, a “Che fine hanno fatto Bette Davis e Joan Crawford” per la regia di Fabrizio Bancale, parte il 15 ottobre la nuova produzione Florian Metateatro per la regia di Gianni De Feo, che si misura con un testo della drammaturgia statunitense contemporanea, “Venere in pelliccia” di David Ives.
L’opera teatrale è tratta dal romanzo di Leopold von Sacher-Masoch, un classico della letteratura erotica dell’ Ottocento, che con questo romanzo impone il termine “masochismo”. La pièce nasce nei teatri di Broadway, per poi vedere repliche in vari paesi del mondo, in Italia la traduzione è di Masolino D’Amico.
La messa in scena di De Feo apre la stagione del Teatro Lo Spazio di Roma, nel cuore del quartiere San Giovanni. Dopo il debutto in prima assoluta rimarrà in scena fino al 25 ottobre.
Lo spettacolo, interpretato dallo stesso De Feo con Patrizia Bellucci, inizia in una sala teatrale vuota, al termine di una lunga ed estenuante giornata di provini deludenti. Il tormentato regista Thomas sta cercando l’attrice giusta per il raffinato ruolo di Wanda von Dunayev nel suo nuovo allestimento del testo “Venere in pelliccia” di Leopold von Sacher-Masoch. Fuori il temporale avanza ma l’attrice giusta non c’è. Ed ecco che dall’ingresso del teatro appare una donna, fradicia di pioggia, proprio come se fosse stata catapultata da un tuono. È una donna piuttosto volgare e sboccata e, strana coincidenza, si chiama Wanda, proprio come la protagonista del romanzo di Sacher- Masoch.
In un confine sottile tra realtà e finzione, tra innocenza e perversione, Wanda e Thomas si abbandonano gradualmente a un gioco sempre più conturbante di dominazione e dipendenza, come risucchiati in un vortice inevitabile, dal quale solo uno di loro potrà uscire vincitore.
La messa in scena del testo esalta il gusto gotico e noir nei dialoghi serrati, mai dilatati, dove le vicende si accavallano e si amalgamano, come un solo respiro. Il contemporaneo si sovrappone al dialogo ottocentesco, mentre il commento musicale, nel suo alternarsi tra minimalista e barocco, avviluppa il susseguirsi delle vicende in una luce vagamente onirica. Un corpo a corpo provocante e sexy da cui Roman Polansky ha realizzato l’omonimo film che, a tratti, ha senz’altro suggestionato alcuni segni registici di questo spettacolo.
Gianni De Feo, attore, cantante e regista, inizia la sua formazione professionale a Roma dove studia recitazione e dizione. A Parigi, approfondisce le tecniche del movimento e del mimo con Jacques Lecoq, studia canto alla Schola Cantorum e segue un seminario sul teatro di Peter Brook con Jean Paul Denizon. In teatro è diretto, tra gli altri, da Mario Ricci, Sylvano Bussotti, Werner Schroeter, Roberto De Simone, Mario Scaccia, Lindsay Kemp, Tato Russo, Maurizio Scaparro, Pippo Di Marca, Dacia Maraini, Antonio Salines. E’ ideatore, interprete e regista di diversi spettacoli di teatro-canzone con musicisti dal vivo.