Albore Mascia : è un problema di Protezione Civile
PESCARA – Si svolgerà oggi,24 luglio, presso la sede del Ministero dell’Ambiente,a Roma ,un vertice per affrontare il grave problema del dragaggio del porto di Pescara.Saranno presenti il Presidente della Provincia Guerino Testa, il Presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, il Direttore generale per i Porti Cosimo Caliendo, il Provveditore alle Opere pubbliche Donato Carlea, il Comandante Luciano Pozzolano della Direzione Marittima di Pescara e Mario Amicone, Presidente dell’Arta, oltre che il professor Alberto Noli, progettista del Piano regolatore portuale di Pescara.Il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia ,annunciando la propria presenza a tale vertice, anche se non direttamente convocato, ha detto che il dragaggio del porto di Pescara è un problema di Protezione civile, non è più solo una necessità commerciale, turistica o infrastrutturale, ma è legato all’incolumità della popolazione e alla tutela della città. Pescara non può più aspettare 4, 6 o peggio 12-24 mesi per realizzare le opere che, a detta del Provveditorato, dovrebbero essere eseguite per restituire funzionalità e praticabilità al nostro scalo. Quando accaduto nelle ultime ore, con un’allerta meteo che per Pescara si è trasformato in allerta-esondazione, dovrà servire quale monito per quelle Istituzioni che hanno piena competenza sul porto di Pescara, ossia Governo e Provveditorato.
Ha ribadito ieri il sindaco:
Pescara non ha più tempo da perdere: domani parteciperò alla riunione anche se non direttamente coinvolto o convocato, in quanto si tratta di una riunione prettamente tecnica che vuole riunire attorno a un tavolo tutti gli Enti che hanno competenza sul porto e sul fiume, e purtroppo il Comune di Pescara non ne ha. Ma ci sarò ugualmente per difendere la città e la sua economia, ma soprattutto i cittadini che in queste ore stanno ancora vivendo sulla propria pelle l’angoscia di un rischio esondazione del fiume per l’ondata di maltempo che si è abbattuta sul capoluogo adriatico. E il rischio esondazione è determinato e amplificato dal mancato dragaggio del fiume stesso e del porto a causa di una burocrazia che ha sino a oggi impedito qualunque genere di iniziativa. Il Provveditorato, a oggi, ci ha inviato quattro ipotesi di intervento, ma ognuna di queste, allo stato attuale, non sembra percorribile per i tempi che richiede, dalla più semplice, che ha bisogno di almeno 3 o 4 mesi di intervento, a partire dall’individuazione dell’impresa che se ne occuperà, e sempre che il rilascio delle autorizzazioni proceda senza intoppi, alla più complicata che richiede addirittura 12-18 mesi. Un dispendio ulteriore di tempo ed energie solo perché non si riesce a individuare quale debba essere la destinazione finale dei fanghi dragati, da trattare, da portare in discarica, da essiccare, risposte che il Provveditorato sembra chiedere agli Enti locali che invece non hanno tale competenza perché è il Ministero che deve dirci come intende procedere garantendo solo tempestività, celerità, immediatezza. Non sono il Comune o la Provincia di Pescara, o finanche la Regione Abruzzo, a dover dire come prendere i fanghi e dove portarli, sono il Ministero e il Provveditorato a dovercelo dire, ma, arrivati a questo punto, non possono continuare a pretendere pazienza e tempo perché non ne abbiamo più. Il dragaggio va fatto e soprattutto va fatto subito, a settembre, non appena si sarà conclusa la stagione balneare, perché ormai il problema non è più solo economico, e già solo questo basterebbe a definire la problematica, né è solo una questione turistica o infrastrutturale, ma siamo dinanzi a un problema di Protezione civile. Non dragare in autunno il porto significherebbe condannare la città ad andare sott’acqua con l’arrivo degli acquazzoni e l’abbiamo visto nelle ultime ore. Questo non posso permetterlo e lo dirò chiaramente domani nel corso della riunione: vero è che la normativa non consente deroghe alle leggi ambientali, e infatti noi chiediamo il rispetto delle normative, ma comunque adottando provvedimenti straordinari da parte del Capo della Protezione civile Gabrielli, provvedimenti che ci garantiscano di non lasciar trasformare Pescara in una città ‘alluvionata’.
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