PESCARA – Oggi, 22 dicembre ,presso la sala conferenze del Museo d’Arte Moderna “Vittoria Colonna”, sarà presentata la straordinaria mostra dal titolo: “Vibrazioni di Luce: Pasquale e Raffaello Celommi. Poesie Dipinte”, che rimarrà allestita fino al 14 aprile 2013. Una settantina le opere esposte di due grandi esponenti dell’arte abruzzese dell’Ottocento.
L’evento è promosso dalla Fondazione Paparella Treccia e dal Comune di Pescara, in collaborazione con la Fondazione Pescarabruzzo, e con la partecipazione della Provincia di Teramo, dei Comuni di Teramo, Giulianova e Roseto, della Soprintendenza per i Beni Archivistici d’Abruzzo e di Collezionisti privati.
La mostra ed il relativo catalogo sono a cura della dottoressa Giorgia Calisti, giovane e valente storica dell’Arte, già autrice di un libro monografico su Pasquale Celommi, dunque profonda conoscitrice dell’opera Sua e del figlio Raffaello. Il sindaco di Pescara, Luigi Albore Mascia ha sottolineato che con la mostra si potrà scoprire il realismo Abruzzese, il ritratto di uno spaccato naturale del nostro volto regionale più autentico, con i suoi odori, i suoi sapori, i suoi suoni e, soprattutto, i suoi personaggi, i protagonisti del mondo contadino o della sua marineria.
Una mostra peraltro che nasce in una diretta continuità con l’allestimento appena concluso, “Il Sentimento della Natura”, che ha riscosso un incredibile successo tra utenti, esperti e studenti portando alla ribalta grandi pittori abruzzesi e lasciando emergere quella che è stata una vera e propria “scuola”, il naturalismo abruzzese, ben diverso dalla scuola napoletana. Di lì all’arte puntuale di Celommi il passaggio è stato, oserei dire, inevitabile ed entusiasta per consentire al grande pubblico di svelare l’eccellenza di due maestri, Pasquale, il capostipite, e il figlio Raffaello.
Pasquale Celommi, con la sua pittura fortemente fedele al reale, inizialmente vicina ai conterranei Michetti e Patini, con i suoi colori scuri e “pieni”, ma pur sempre squillanti, un artista che nella sua evoluzione personale conosce anche le sfumature dell’arte sacra, addirittura con una nota di caravaggismo. E poi le marine, con i colori più chiari, tesi a rendere quanto più possibile la luce naturale, dimostrando un’abilità eccezionale nel riprodurre l’atmosfera delle albe e dei tramonti sul mare, opere nelle quali il Maestro ha inteso soprattutto riprodurre spaccati di vita quotidiani, tanto cari alla nostra Pescara, città di mare e di pescatori. E dal “pittore della luce” si passa al suo erede naturale, il figlio Raffaello, che dal padre ha intercettato e fatto propria la capacità di catturare il soggetto dinanzi a sè quasi fosse “cosa” viva. Dal paesaggio campestre alle marine sino alla ritrattistica: tutto questo rappresenta l’ampio raggio di espressione di un Maestro abruzzese la cui arte, senza alcuna difficoltà, ha valicato montagne e attraversato oceani, tanto che oggi le sue opere le ritroviamo a Parigi o Chicago. Ancora una volta Pescara ha dunque l’onore di aver sostenuto e dato ospitalità a un evento culturale di valenza e respiro internazionale per raccontare, attraverso le immagini, un altro capitolo della Grande Storia Artistica Abruzzese.
Il Presidente della Fondazione Pescarabruzzo, Nicola Mattoscio ha spiegato che l’evento si lega alle numerose attività della Fondazione da lui presieduta , e le pagine della pubblicazione di questo prestigioso libro d’arte, edito ai fini della valorizzazione del grande patrimonio artistico locale, raccontano gli uomini e le donne d’Abruzzo. Ha detto Mattoscio:
Pasquale Celommi, autentico verista, acuto osservatore della società umana di fine Ottocento, è tra i maggiori rappresentanti del più umile ambiente abruzzese, dalla lavandaia, al ciabattino, fino al grande manifesto sociale dell’operaio politico, quest’ultima una delle opere del periodo più prolifico dell’artista rosetano. Come i suoi contemporanei, Pasquale Celommi coglie appieno la dottrina positivistica in voga all’epoca, da cui nasce la pittura di genere con soggetti fortemente realistici, dove si presta attenzione al contenuto piuttosto che alla forma. Tuttavia, all’opposto di molti illustri colleghi, tra i quali si annoverano Francesco Paolo Michetti, i fratelli Palizzi, Gabriele Smargiassi e Teofilo Patini, Pasquale Celommi non sceglie l’ambiente artistico napoletano per la sua formazione, seppur tra i più vivaci dell’epoca, poiché il suo destino lo porterà per un decennio a studiare e lavorare nell’ambiente accademico fiorentino, di cui apprezza la semplicità che si legge con immediatezza nelle sue opere.
Nelle tele di Pasquale e Raffaello Celommi la luce è assoluta protagonista, è lo strumento per descrivere i lati psicologici dei personaggi, dove ogni dettaglio è minuziosamente definito. Proprio l’accuratezza dei particolari ci rivela il realismo nelle opere degli insuperabili Pasquale e Raffaello Celommi, definiti da Michetti, “i pittori della luce”.
L’esposizione allestita presso il Museo d’Arte Moderna Vittoria Colonna, documentata da questo catalogo, richiama la mission della Fondazione Pescarabruzzo, poiché il territorio abruzzese è altamente valorizzato, sono promosse forme di collaborazione tra enti differenti, e si contribuisce a diffondere la conoscenza del patrimonio artistico, rivolgendosi all’interesse del pubblico che negli anni cresce significativamente.
Desidero ringraziare il Presidente Augusto Di Luzio, il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Paparella-Treccia, l’Amministrazione comunale di Pescara, i prestatori delle opere e tutti i collaboratori della mostra “Vibrazioni di luce: Pasquale e Raffaello Celommi. Poesie dipinte”.
Ha precisato Augusto Di Luzio:
Ho voluto dare alla mostra “Vibrazioni di Luce: Pasquale e Raffaello Celommi” il sottotitolo “Poesie Dipinte”, perché tale sinestesia descrive in modo chiaro la corrispondenza fra le opere dei Celommi e alcune fra le liriche più famose di Gabriele D’Annunzio, quali “Sette vele”, “I pastori”, “L’onda”, per citarne solo alcune. Aver collocato in mostra e pubblicato sul catalogo i versi immortali di D’Annunzio accanto alle marine, le vele, i pastori, le greggi, mirabilmente trasferiti sulle tele dai Celommi, vuole essere un atto d’amore nei confronti del Vate, in occasione delle celebrazioni del 150’ anniversario della Sua nascita. Non è oggi che si scopre quel tenacissimo fil rouge che lega pittori, scultori, poeti, scrittori, musicisti abruzzesi, alle tradizioni popolari, ai paesaggi, ai costumi e alla vita quotidiana della nostra terra. L’opera dei due Artisti rosetani, infatti, non è mai solo descrittiva del paesaggio, ma anche caratterizzata dalla narrazione degli spaccati di vita e del lavoro della nostra gente e per questo inquadrati nel “Verismo abruzzese”. L’idea di dedicare una antologica ai Celommi è nata nel corso dell’esposizione delle opere degli artisti abruzzesi dell’Ottocento, da poco conclusasi al Museo Colonna, durante la quale le opere di Pasquale e Raffaello hanno riscosso diffusi ed entusiastici consensi da parte dei numerosi visitatori che hanno insistentemente sollecitato una loro “personale”.
Come Presidente della Commissione Cultura del Comune di Pescara e della Fondazione Paparella-Treccia, desidero ringraziare tutti coloro che hanno concorso alla realizzazione di questo evento, in particolare il Sindaco di Pescara, Luigi Albore Mascia e il Presidente delle Fondazione Pescarabruzzo, Nicola Mattoscio. Ringrazio anche tutti i componenti della Commissione Cultura che hanno accordato il voto favorevole all’iniziativa.Spero che questa mostra, che presenta una settantina di opere tra le più storiche e significative di Pasquale e Raffaello Celommi, susciti profondo interesse nei cittadini e stimoli i Dirigenti Scolastici e i Docenti dell’intera Regione Abruzzo, a far partecipare le proprie scolaresche, come accaduto per la mostra “Il Sentimento della Natura” sull’Ottocento abruzzese, allo scopo di coinvolgere i giovani e avvicinarli all’opera dei “nostri” artisti che continuano a destar meraviglia.