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Pescara, D’Incecco incontra il Segretario Nazionale Coisp-sindacato Polizia

da Redazione

Foto vicecapogruppo FI D'Incecco con Segr. Naz. Coisp MaccariIl consigliere comunale di Forza Italia gli ha consegnato   una lettera sulla  situazione dell’ordine pubblico in città

PESCARA – Il vicecapogruppo di Forza Italia Vincenzo D’Incecco ha consegnato oggi  una lettera formale al Segretario nazionale del sindacato di Polizia del Coisp, Franco Maccari, presente nel capoluogo adriatico e accompagnato dal Segretario regionale Alessandro Rosito, per metterlo al corrente della  situazione sul fronte dell’ordine pubblico, sulle inadempienze dell’amministrazione comunale e sui bisogni del territorio al fine di arginare il fenomeno della microcriminalità.  Maccari ha ringraziato e ha garantito di esaminare in maniera approfondita la relazione per capire come e cosa poter fare.

“Purtroppo anche sul fronte della sicurezza Pescara sta vivendo una stagione nera – ha sottolineato il vicecapogruppo D’Incecco – e per questo ho ritenuto importante discuterne con il Segretario Nazionale del Coisp Maccari. Alle emergenze nazionali, legate indubbiamente a un incremento delle presenze straniere, disperati che si aggiungono ai nostri nuovi poveri, un esercito spaventoso che stenta oggi a trovare risposte nelle Istituzioni, si sommano nel capoluogo adriatico le nostre sacche di disagio con manifestazioni tipiche che stanno degenerando in maniera impressionante. Oggi a Maccari ho consegnato un elenco stringato delle emergenze che stiamo vivendo ormai da due anni, con un inasprimento della violenza dei fenomeni di microcriminalità. Pensiamo che dalla metà del 2014 in poi si sono verificate su Pescara una serie di aggressioni stile ‘arancia meccanica’: la prima ai danni di Gianfranco Stromei, ex Direttore dell’aeroporto di Pescara, aggredito con la moglie e un’amica di famiglia al ritorno a casa di sera: praticamente i malviventi, tutti di origine straniera come poi hanno ricostruito le vittime grazie al loro accento, sono entrati all’interno del recinto di casa nel cuore di Porta Nuova, a due passi dalla Direzione Marittima, e li hanno attesi al rientro. Legati, imbavagliati, malmenati e derubati gli occupanti, e l’abitazione era anche dotata di impianto d’allarme e telecamere. Mai presi gli autori. In rapida successione, stesso copione, altre aggressioni del genere si sono verificate in via Regina Elena, ai danni di un avvocato e della sua famiglia, e subito dopo nel quartiere Pineta. Poi episodi del genere si sono registrati a Montesilvano e nella provincia, ma quelli di Pescara sono stati gli episodi più forti ed eclatanti. Poi le occupazioni abusive di tutti i manufatti abbandonati: su Pescara decine di senzatetto stranieri prendono possesso quotidianamente di qualunque manufatto abbandonato. In due anni sono stati eseguiti sgomberi di aree come l’ex Cofa, l’ex Consorzio Agrario di via del Circuito, e degli edifici a ridosso del fiume Pescara. Ma si tratta di operazioni di scarsa efficacia perché le forze dell’ordine sgomberano, identificano gli occupanti, che vengono poi lasciati liberi sul territorio. Tempo 24-48 ore e le stesse bande tornano a occupare gli stessi spazi, creando situazioni di degrado. Peraltro gli stessi gruppi sono poi operativi sul territorio nell’accattonaggio e ai semafori come lavavetri, o mendicanti nelle attività di ristorazione del centro cittadino. Rapine negli Uffici postali: nell’ultimo anno sono raddoppiate le rapine soprattutto negli Uffici postali, con vere spaccate in pieno giorno, peraltro in presenza anche dei clienti. Assalti ai portavalori: diversi gli episodi registrati, non solo lungo le autostrade, ma soprattutto lungo le strade statali e la via Tiburtina, con operazioni ben organizzate, i furgoni accerchiati da 6-7 malviventi ben armati che sparano alle ruote dei blindati e li svaligiano, mettendo a rischio la vita delle guardie giurate presenti. Poi la piaga dello sfruttamento della prostituzione: ci sono intere zone della città in mano a organizzazioni dedite allo sfruttamento del meretricio. La riviera nord e quella sud, via della Bonifica, corso Vittorio Emanuele, via Ferrari, via Michelangelo, sono le zone in cui il fenomeno è più evidente, nonostante la presenza di un’ordinanza sindacale che, in teoria, dovrebbe consentire di reprimere tali situazioni. Ma, anche in questo caso, la Polizia municipale si ferma, identifica le donne trovate per strada, al massimo vengono portate in caserma per una notte, e poi lasciate libere. L’unico strumento è quello di smantellare le organizzazioni criminali, di volta in volta, individuando i capi che si occupano dell’ingresso a Pescara delle ragazze schiavizzate e usate. Ma nelle ultime settimane hanno assunto dimensioni preoccupanti le spaccate nei negozi, nelle attività di ristorazione e negli stabilimenti balneari: i colpi vengono messi a segno quasi quotidianamente, in pieno giorno, solitamente nelle prime ore del mattino. Impossibile sino a oggi individuare gli autori delle spaccate che, sapendo di essere ripresi dalle telecamere, agiscono con il volto travisato dai caschi delle moto. E poi è impossibile – ha proseguito il Vicecapogruppo D’Incecco – non accorgersi del degrado della città in cui spicca il mercato abusivo degli extracomunitari in pieno centro, dove si vende solo merce contraffatta. C’è un’ordinanza firmata ad agosto 2015 dal sindaco per smantellare quell’accampamento, ma il provvedimento è stato bloccato per la mobilitazione delle forze politiche di sinistra; al tempo stesso l’ordinanza non è stata neanche revocata, semplicemente non viene applicata; ci sono zone della città poi che, con l’ingresso di circa 500 immigrati ospitati tra Pescara-Montesilvano e Penne, sono diventate dei ghetti, come l’area via Gran Sasso-via Maiella, dove la prima lingua non è più l’italiano. Infine gli ambulanti abusivi, che operano ovunque, dalla riviera, alle vie del centro commerciale naturale. E avrei potuto continuare all’infinito, ma tali problematiche sono già state esaustive. Il Segretario nazionale Maccari, garantendo il proprio interessamento sull’emergenza pescarese, ha concordato che per garantire sicurezza occorre potenziare la prevenzione e i pattugliamenti del territorio, ed è su questo che la politica, anche quella locale, dovrebbe premere rispetto a Roma, al fine di ottenere maggiori investimenti che consentano alle Forze di Polizia di avere uomini e mezzi per operare in maniera adeguata sul territorio”.

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