PESCARA – C’è un clima rovente a Pescara, al di là delle insopportabili condizioni meteorologiche, per la sconcertante vicenda che riguarda il Liceo Marconi, fino a questo momento di stanza in Via Caramanico nel capoluogo adriatico. Da qualche tempo, però, è ben noto, l’amministrazione Provinciale di Pescara ha fatto sapere che la scuola, con poco più di 40 anni di vita, sarà demolita per essere ricostruita, altrove, nel rispetto dei parametri dettati dalla sicurezza e dei moderni criteri dell’ingegneria edile.
C’è un aspetto, però, tutt’altro che trascurabile che, ad un mese della riapertura delle scuole, non si hanno notizie di sorta sulla prossima destinazione di alunni, docenti Ata, collaboratori scolastici e tutto il personale impegnato nella comunità educante. Si direbbe una situazione a dir poco grottesca, paradossale se non fosse dannatamente reale. E la posizione dello Snals-Confsal contro questo confuso stato di cose è molto chiara. Le parole del segretario regionale, Carlo Frascari, non lasciano spazio a dubbi.
“Quando si decide di abbattere un edificio scolastico”, comincia con ordine Carlo Frascari, perché non a norma (e purtroppo nella nostra regione ce ne sono tanti) per ricostruirlo con moderni ed efficienti sistemi di sicurezza, dovremmo essere tutti contenti, considerato lo stato generale dell’edilizia scolastica in Italia.
“Ed invece”, dice apertamente il segretario Snals-Confsal “succede, nel caso ormai alle cronache del Liceo “Marconi” di Pescara, che la vicenda diventi non solo controversa ma, addirittura, oggetto di denunce penali. E’ in atto, da molte settimane, infatti, una protesta da parte di molti insegnanti, famiglie e studenti poiché alla data odierna, quindi a 50 giorni dall’inizio delle lezioni, non è dato sapere quale sarà la destinazione dei 1.500 alunni dell’istituto e degli uffici di direzione.
Si comprende la difficoltà logistica e organizzativa della complessa operazione” incalza Frascari”, tuttavia non possiamo non rimarcare che l’ente gestore, la provincia di Pescara, conosceva da mesi il problema e, se si era reso conto che non era possibile procedere nei tempi annunciati, doveva rinviare tutte le procedure a tempi certi. Aver creato una situazione di così forte disagio non è certo colpa di chi protesta ma di chi amministra. La speranza, per il bene di tutta la comunità pescarese, conclude il segretario regionale Snals- Confasal, “è che la vicenda abbia presto una sua soluzione certa e ragionevole. Diversamente staremo qui a commentare un’altra pagina non gloriosa della politica locale”.