Venerdì 16 dicembre al Bagno Borbonico del Museo delle Genti d’Abruzzo lo scrittore spagnolo protagonista dell’evento speciale FLA
PESCARA – A circa un mese dalla conclusione del FLA, una ventesima edizione che ha fatto registrare nuovi record sia in termini di pubblico che di copie di libri vendute, il Festival di Libri e Altrecose torna a proporre un appuntamento all’insegna della grande letteratura ospitando lo scrittore spagnolo Víctor del Árbol, autore pluripremiato che negli ultimi anni ha riscosso vastissimo interesse di pubblico e critica anche a livello internazionale: vincitore del prestigioso Premio Nadal de Novel, insignito del titolo di Chevalier des Arts et des Lettres in Francia, il suo Un millón de gotas (A Million Drops) è stato nominato “Notable Book of the Year” dal Washington Post e dal The Seattle Times.
Venerdì 16 dicembre alle ore 19:00 presso il Bagno Borbonico del Museo delle Genti d’Abruzzo, e in diretta Facebook sulla pagina del FLA, Víctor del Árbol presenterà Il figlio del padre, pubblicato in Italia da Elliot Edizioni con la traduzione di Pier Paolo Marchetti, romanzo che ha recentemente vinto la prima edizione del premio Blacklladolid in Spagna, un thriller in cui memoria privata e collettiva si intrecciano ripercorrendo tutto il Novecento spagnolo. L’incontro, moderato da Angelo Lupo Timini, è realizzato dal FLA – Festival di Libri e Altrecose in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Pescara, il main partner della manifestazione Metamer, la Fondazione Genti d’Abruzzo e Radiostart.
Víctor del Árbol nasce a Barcellona nel 1968 da famiglia originaria dell’Extremadura, una regione spagnola a confine con il Portogallo. Laureato in Storia, dopo aver lavorato per alcuni anni come funzionario di polizia esordisce nel 2006 con il racconto El peso de los muertos, vincendo il Premio Tiflos de Novela. È autore di numerosi titoli, tra cui Respirar por la herida (2013), Por encima de la lluvia (2017) e Antes de los años terribles (2019). I suoi libri, tradotti in numerose lingue, hanno incontrato uno straordinario successo in Francia, dove nel 2018 è stato insignito del titolo di Cavaliere delle Arti e delle Lettere. Sempre in Francia ha vinto il Prix du Polar Européen per La tristeza del samurái nel 2012 e il suo racconto Un millón de gotas si è aggiudicato il Gran Prix de Littérature Policière nel 2015 e il Premio SNCF du Polar nel 2018. Nel 2016 ha vinto in Spagna il prestigioso Premio Nadal de Novela con La víspera de casi todo. Il suo ultimo libro Il figlio del padre (2021) ha vinto la prima edizione del premio Blacklladolid a Valladolid in Spagna.
Il figlio del padre
Diego Martín era un uomo al culmine dell’ascesa sociale, un professore universitario colto e un po’ anonimo. Fino al momento in cui non è diventato un assassino. Figlio di immigrati della Spagna rurale giunti a Barcellona negli anni Cinquanta, Diego aveva prestigio, denaro, un matrimonio idilliaco. Ma, a porte chiuse, chi era Diego Martín? E perché ha ucciso brutalmente un giovane infermiere? Nemmeno lui lo sa. È un uomo pieno di segreti, che non è stato in grado di liberarsi del suo albero genealogico, dello squallore e delle ferite impresse nella memoria familiare. Una maledizione di cui gli parlò suo nonno quando era bambino ha colpito tutti gli uomini della sua famiglia e così anche Diego, il quale pian piano si accorge che è diventato ciò che odia di più: il figlio di suo padre. La sua vita inizia a precipitare proprio quando viene a sapere che il padre, che non vede da vent’anni, è morto. Da lì un viaggio nell’Estremadura, un’eredità legata al passato colonialista spagnolo, la resa dei conti con una sorella, Liria, da sempre rinchiusa in un ospedale psichiatrico.