Terna ha presentato una citazione in giudizio ad alcuni proprietari dei terreni che hanno impedito lo svolgimento delle attività espropriative. L’impedimento dell’attività di asservimento definita dalla legge, è da considerarsi illegittimo Il ritardo della realizzazione dell’opera provoca gravi danni per Terna e per il sistema elettrico di cui la Società è garante
ROMA – Terna ha presentato una citazione in giudizio per azione risarcitoria ad alcuni proprietari dei terreni interessati dall’elettrodotto Villanova-Gissi e ad alcuni contestatori che hanno impedito l’accesso ai fondi.
Il Decreto di Autorizzazione dell’opera (n.239/2013) delega Terna a esercitare tutti i poteri espropriativi e a emettere e sottoscrivere tutti i relativi atti e provvedimenti ivi inclusi, a titolo esemplificativo e non esaustivo, i decreti di asservimento coattivo, di espropriazione e retrocessione, i decreti di occupazione (…), le autorizzazioni al pagamento delle indennità provvisorie e definitive, e di espletare tutte le connesse attività necessarie ai fini della realizzazione dell’elettrodotto.
Il comportamento di chi ha impedito l’espletamento di tali attività da parte dei tecnici di Terna, che operano in qualità di incaricati di pubblico servizio, e di conseguenza dell’esecuzione dei lavori di realizzazione dell’elettrodotto sul fondo, è dunque illegittimo e ingiustificato.
Tale comportamento provoca a danno di Terna un aggravamento dei costi relativi all’opera per il quale la Società chiede il risarcimento. Terna, infatti, nonostante l’impossibilità di lavorare sui fondi in questione, è tenuta comunque a pagare le ditte appaltatrici per l’utilizzo della manodopera e delle attrezzature. Il ritardo nei lavori, inoltre, impedirà a Terna di mettere in esercizio l’opera nei tempi stabiliti (1 gennaio 2016).
Infine, la mancata o ritardata entrata in esercizio dell’opera, fondamentale per il sistema elettrico abruzzese e nazionale, che consentirà la gestione in sicurezza dei flussi di energia in Abruzzo, regione con un deficit energetico pari al 32%, generando un risparmio per cittadini e imprese, costituisce un danno per il sistema elettrico e, di conseguenza, per Terna che per legge ne deve garantire il corretto ed efficace funzionamento.