Vincenzo “James” Franceschini nacque a Pescara il 16 marzo 1890, in via della ferrovia n.3, da Giuseppe (28 anni) e Lucia. La certificazione del suo atto di nascita fu raccolta dal Sindaco di allora Cavaliere Avvocato Teofilo D’Annunzio. Sin da piccolo si mostrò di intelligenza assai vivace. Il padre, venditore di casalinghi, lo portava sempre con se e da lui, il piccolo Vincenzo, apprese l’arte degli affari. Un episodio gli fece amare più d’ogni altra cosa i cavalli. Aveva 13 anni, il padre si era allontanato lasciandolo solo con l’incasso della giornata, quando si avvicinarono minacciosi tre malviventi armati di coltello. Il giovane Vincenzo coraggiosamente reagì ma i tre che erano più grandi e forti di lui iniziarono a picchiarlo con violenza. Sarebbe finita decisamente male se il vecchio cavallo da tiro non si fosse scagliato, in sua difesa, contro i malfattori costringendoli alla fuga. Lui amava raccontare spesso questo episodio aggiungendo: “Debbo la vita ad un cavallo”. Questo episodio può ritenersi centrale rispetto al fatto che negli anni successivi Vincenzo, oltre alle altre innumerevoli attività, diverrà proprietario di scuderie definite tra le migliori del mondo (i suoi cavalli vinceranno cen
Nel maggio del 1905, aveva solo quindici anni, suo padre gli permise di emigrare in Canada alla ricerca di un sogno. Pochi anni dopo, morta la madre, gran parte della famiglia, il fratello Rinaldo e le sorelle Maria, Francesca e Regina, lo raggiunsero a Toronto. Solo papà Giuseppe e la sorella più piccola, Beatrice, rimasero in Italia. Vincenzo, all’inizio, lavorò in una fonderia e successivamente in una ditta di scavi. Un giorno il suo caposquadra gli consigliò di cambiare quel nome “troppo italiano” e lui scelse: “James”. Non passò molto tempo che James decise, dando fondo ai suoi risparmi, di fondare una sua società di scavi. Da ora in poi conseguirà un successo dopo l’altro. Importò dall’Europa in Canada la prima pala a vapore. Nel 1912 fondò la “Dufferin Construction” con importanti realizzazioni, di cui ancora c’è traccia, sulla Dufferin Street.
Nel 1913, sposò la bella Annie Lydia Pinkham e questo gli consentì di diventare un cittadino canadese.
Nel 1914 all’età di 24 anni, James era già diventato milionario. James Franceschini era di una tempra unica e pur dormendo pochissimo non conosceva la stanchezza. La sua segretaria, gli sarà accanto fino all’ultimo, diceva: “E’ possibile stancare i suoi cavalli ma non lui”. Successivamente, il giovane imprenditore, ottenne contratti con la città di Toronto che comprendevano lo sgombero della neve e la riparazione di strade. Durante il periodo 1915-1916 vinse un appalto per la costruzione delle fondamenta per l’impianto di assemblaggio della General Motors. Nel 1917 per “Dufferin Construction” arrivò il primo contratto per costruire autostrade. Da ora in poi praticamente, soprattutto nell’Ontario, tutte le strade saranno realizzate da lui. Nel 1921 a Mimico costruisce la favolosa“Villa Myrtle” che finisce per la sua bellezza, inevitabilmente, su tutti i giornali e rotocalchi dell’epoca.
Intanto la sua scuderia di cavalli, razza Hackney, conseguì eccellenti risultati e nel 1928 la rivista “Time” riferì della sua vittoria nell’ambita competizione Madison Square Garden.
Intanto James e Annie attraverso una loro Fondazione si dedicavano ad opere di carità.
Nel 1930, James ampliò le sue operazioni in Quebec. Costruì anche la storica autostrada “Alaska Highway” lunga ben 2.451 km.
Nel 1939 costruì per il Canada e la Gran Bretagna, con la sua “ Dufferin Shipbuilding Company”, navi da guerra. Sua anche la scuola di formazione piloti da caccia, con le sue piste, a Port Maitland sempre in Ontario. Ma nel giugno del 1940, l’Italia dichiarò guerra al Canada e questo portò ad identificare molti italo-canadesi come “stranieri nemici”. Tra questi James Franceschini che fu internato al “Campo Petawawa” con l’accusa di “aver avuto legami con organizzazioni fasciste italiane”. Dopo un anno fu rilasciato anche perché malato di cancro (alla gola). Questa dura prova non gli fece perdere stima per il popolo canadese e anzi ironicamente diceva: “mi sono fatto un anno di collegio pagato da loro”. In seguito lo stesso Governo Canadese riconobbe “ L’internamento di James Franceschini è stato un grave nostro errore”. Mai come in questo caso fu, per lui, importante la famiglia ed in particolare il fratello Leonard (vero nome Rinaldo). Superata questa brutta esperienza tornò immediatamente al lavoro e al successo. Dove si costruivano strade era praticamente impossibile che non vi fosse la scritta “Dufferin”. James combatte e vince anche sua più dura battaglia quella contro il cancro. Con sua moglie inaugura in ogni dove asili, mense per poveri e case per anziani costruite grazie alla sua generosità. Un regista volle girare un filmato nella sua “Dufferin Haven” perché disse “ Lì si confondono realtà e fiaba”. James Franceschini morì nel settembre del 1960. Ai sui funerali,dove intervennero tutte le massime autorità religiose, politiche ed imprenditoriali, fu necessario un incredibile servizio d’ordine perché il suo popolo (lavoratori e di diseredati) si precipitò (si parlò di oltre 10.000 persone) a salutare il “Grande papà”
(a cura di Geremia Mancini – Presidente onorario “Ambasciatori della fame”)
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