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Vinicio Capossela: il profeta delle balene ammalia il Teatro D’Annunzio di Pescara

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PESCARA – Un concerto estasiante … a dire il vero è riduttivo definirlo concerto, più giusto chiamarlo spettacolo: ieri sera Vinicio Capossela ha letteralmente ammaliato il pubblico pescarese accorso in massa al Teatro D’Annunzio, stracolmo di persone, per l’unica data abruzzese del suo “Marinai, Balene e Profeti Tour 2011”.

Un’esibizione curatissima in ogni dettaglio, dalla scenografia (il palco richiama il ventre di una balena) ai dialoghi, ai costumi: tutto ha come filo conduttore il mare …. Capossela con un cappello da navigatore o condottiero che dir si voglia traghetta il suo pubblico in un ideale viaggio “marino” in musica sulle note delle canzoni dell’ultimo affascinante suo album “Marinai, Balene e Profeti” a cui viene dato ampio spazio nel concerto (saranno infatti poche quelle del vecchio repertorio in scaletta).

Questo suo nuovo lavoro è un’opera sul fato, sul viaggio ed il mare inteso come metafora del destino dell’uomo. Tante le citazioni e gli spunti: da Omero a Dante, Melville e Conrad, nelle canzoni trova ampio spazio la letteratura di tutti i tempi, quella però in cui riecheggiano le storie, le voci dei marinai, profeti e balene.

Il cielo scuro della notte si riflette sul mare, un pavimento scricchiola al passo del comandante che dirige la rotta di un viaggio che sprofonda nelle più oscure tenebre degli abissi: signore e signori benvenuti sul battello di Vinicio Capossela! Il concerto può iniziare. Un cammino che attraversa echi di terre lontane: dalla voce del tenores Gavino Murgia, al canto delle sirene del theremin di Vincenzo Vasi , alle tempeste delle chitarre di Alessandro “Asso” Stefana, all’esotismo delle rarità di Francesco Arcuri (la sega musicale, per citarne una), alle cantorie ancestrali del Coro degli Apocrifi, alle mitologiche creature marine Sorelle Marinetti, ospiti d’eccezione della serata. Racchiuderlo nella semplice definizione di concerto? Banale, riduttivo come già detto all’inizio. L’opera di Vinicio Capossela è un vero “spettacolo” che stringe tra i suoi tentacoli musica, teatro arte e letteratura, quasi totalmente focalizzato sulle melodie dell’ultimo album nato.

Le canzoni si avvicendano come onde che si infrangono, e, proprio come il mare vivono la quiete e la tempesta. Un primordiale misticismo sconfina nella più turpe filosofia dei marinai, storie fantastiche si alternano a racconti di vita reale dove l’equipaggio del comandante Capossela è pronto a farvi ascoltare gli strumenti più ricercati, il tutto sotto l’attenzione al dettaglio, al particolare, sino al più piccolo rumore, che il maestro con l’aiuto del sound engineer italo-orientale Taketo Gohara è pronto a raccontarvi. Il pubblico pende dalla sua voce, affonda nel suo naufragio fino alla fine quando fa la sua comparsa il poeta milanese e amico Vincenzo Costantino Chinaski che legge un suo brano sullo sfondo del piano di Vinicio. Estasi, gioia e sbalordimento le sensazioni di un concerto che non può essere raccontato a parole ma solo vissuto.

Fate questo viaggio, Vinicio vi condurrà molto lontano!

[Si ringrazia per la preziosa collaborazione Mariapia Faieta]

Pubblicato da
Piero Vittoria

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