Zero gol e pochissime emozioni in quel di Chiavari con le due squadre incapaci di regalare un degno spettacolo.
CHIAVARI – “Attenzione, può indurre forte sonnolenza”. Potrebbe essere descritta cosi la sfida che ieri è andata in scena a Chiavari tra Virtus Entella e Pescara. Un scialbo 0-0 che lascia con l’amaro in bocca entrambe le squadre che, in realtà, hanno fatto davvero poco per poter pensare di portare a casa l’intera posta. Il primo tempo contro la Salernitana aveva ridato speranza ad un Pescara che ieri è tornato nelle sue sabbie mobili, quelle che hanno anestetizzato la manovra del Delfino fino a farla diventare attrice principale del “Trionfo della noia”. Nella conferenza stampa post partita Zeman rimprovera ai suoi il gioco troppo orizzontale ed il Boemo non ha torto visto che gli unici pericoli, un azzardo chiamarli cosi, creati dalla compagine abruzzese sono due tiri da fuori nel primo tempo.
La ripresa è un copione visto e rivisto molte volte, forse in almeno 20 del 26 giornate giocate fin qui: “Un secondo tempo in vacanza”, tanto per citare ancora Sanremo, per una squadra che fa una fatica tremenda a creare un’azione degna di tal nome, che non ha ancora un’identità di gioco e che spesso si affida alle giocate dei singoli. Un rimpianto, in una gara che ha offerto troppo poco, c’è ed è il rigore non concesso all’ultimo secondo dal direttore di gara per un chiaro fallo di mano in area di un calciatore ligure.
L’unico rimpianto è questo, il resto è un insieme troppo ampio di aspetti da migliorare ma forse, a sedici gare dal termine, la consapevolezza di non poter ambire ai quartieri alti sta crescendo come fosse un’onda di problemi mai risolti, di errori che hanno trascinato il Pescara a metà classifica, equidistante da due obiettivi contrapposti. Il calendario potrebbe ancora dare una mano visto che adesso il Delfino avrà due partite in casa contro Cremonese e Carpi, due delle ultime occasioni per poter cambiare la rotta di una nave senza identità.
Fonte foto: Pescara Calcio