“Negli anni Sessanta Vito Taccone è stato tra gli uomini e gli sportivi più amati dagli italiani, specialmente nel Meridione dove, ovunque andasse, veniva accolto come un novello Napoleone. Proveniva da un grave stato d’indigenza famigliare, non era istruito, non sapeva parlare in italiano, non era bello e non conosceva formalità. Ma quando saliva sulla bicicletta era una furia, non mollava un centimetro, si batteva con ardore e arringava le folle. Era amato proprio per questo, per la sua determinazione e per il suo coraggio, ma soprattutto perché era l’archetipo dell’italiano medio di quegli anni”, spiega l’autore del libro, il giornalista Federico Falcone.
Anche il capoluogo adriatico, finalmente, potrà stringere la mano all’autore del noto libro che parla del Taccone corridore, ma anche dell’uomo e del padre di famiglia, attraverso testimonianze inedite, retroscena mai raccontati ed un’appassionata lettera finale del figlio Cristiano. Sullo sfondo di uno spaccato sociale dell’Italia di metà Novecento, la narrazione di un paese martoriato dalle tragedie della Seconda Guerra Mondiale, dalla conseguente crisi economica e da una povertà dilagante. L’opera si articola in una corsa a tappe sulla vita e sulla carriera del ciclista avezzanese a quindici anni dalla sua morte, avvenuta nel mentre era implicato in una controversa vicenda giudiziaria.
Falcone, con una scrittura scevra da giudizi, ricostruisce nel libro le tappe fondamentali della carriera da ciclista di Vito Taccone, di cui si ricordano, tra le altre, cinque vittorie di tappa al Giro d’Italia del 1963 ma anche il contesto storico in cui il piccolo Vito salì per la prima volta in bicicletta per andare a consegnare il pane ai tempi in cui faceva da garzone nel panificio della sua amata Piazza Cavour ad Avezzano. Capitolo dopo capitolo vengono inanellati gli snodi fondamentali della carriera e della vita di un personaggio capace di folgorare persino Sergio Zavoli, il quale lo volle sempre al suo fianco durante l’innovativa trasmissione televisiva “Il processo alla tappa”.
“È un poema ciclistico e una ricostruzione storica, un romanzo d’avventura e un saggio d’autore, un’orchestra di bici e un coro di gregari. È la storia di un corridore esplosivo e di un uomo vulcanico, di un ragazzo-uomo di casa e di un ciclista uomo di strada, di un innocente perseguitato da una giustizia ingiusta. Vita e morte, miracoli e guai, pedalate e cazzotti di Vito Taccone: Pier Paolo Pasolini ammirava la sua «coscienza di classe», Sergio Zavoli lo descrisse come «un leader senza alone, frutto di una passione popolare». Qui il profumo della sua terra, l’accento della sua voce, la cultura della sua semplicità, le testimonianze di chi lo ha vissuto da vicino” – garantisce Marco Pastonesi.
Note biografiche su Federico Falcone
Federico Falcone, classe 1986, è giornalista pubblicista e ha lavorato con numerose testate giornalistiche online. Nel 2019 ha fondato The Walk of Fame magazine, quotidiano di approfondimento culturale con cui ha pubblicato il libro di coautori Black Out, dietro le quinte del lockdown e dato vita al progetto Ritorno al Passato, serie di video documentaristici all’interno dei quali vengono trattati argomenti come archeologia, antropologia, scienza, storia e letteratura. Si occupa di copywriting e consulenze su strategie di comunicazione. Vito Taccone. Il camoscio d’Abruzzo è il suo primo libro.
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