PESCARA – Enrico Rava è una delle figure più emblematiche del jazz italiano e nella sua recente carriera si è adoperato molto per il dialogo fra generazioni. Ad ulteriore riprova della sua innata capacità di stupire, ieri ha portato un progetto molto particolare sul palco del Teatro D’Annunzio nella quarta serata dell’edizione 2012 di Pescara Jazz. “We want Michael” è un’originale rilettura di alcuni dei brani della lunga carriera di Michael Jackson. Artista forse troppo spesso snobbato dalla critica più oltranzista e dai jazzofili puri, Jackson è oggi tardivamente considerato uno dei più importanti esponenti della musica nera di sempre.
Enrico Rava-Michael Jackson: a molti questo accostamento potrebbe sembrare azzardato, ma il risultato finale dà invece ragione al trombettista. Ne viene fuori un concerto particolarmente godibile, grazie anche alla presenza di musicisti straordinari che lo affiancano on stage e ad una tracklist non banale, vista la scelta di pochi grandi successi e molti brani più di nicchia della produzione del “King od Pop”. Si comincia con una straordinaria versione di Stranger in Moskow da brividi che fa subito intuire che sarà una serata memorabile. In They don’t care about us la sezione fiati si esalta con una parte centrale in cui la canzone prende un inaspettato quanto gradevole ritmo reggae, per poi sfociare nel finale in un crescendo con assoli di sax e trombe.
Le percussioni cubane di Ernesto Lopez Maturel fanno da introduzione ad una spettacolare Thriller in cui la tromba di Rava si sostituisce alla voce di Jacko creando una magia unica. Smile, canzone basata su un tema strumentale usato nella colonna sonora della pellicola di Charlie Chaplin Modern Times del 1936, assume un piglio swing-jazzistico di notevole fattura. Dario Deidda regala la più bella sorpresa del concerto: chi mai avrebbe immaginato di poter ascoltare I just can’t stop loving you eseguita solo col basso? Il pubblico rimane esterrefatto e scandisce il ritmo battendo le mani. A seguire sempre il basso introduce la canzone in cui tutti i musicisti che affiancano Rava si esaltano: Smooth Criminal culmina nel finale in un assolo di chitarra molto personale che non fa che arricchire l’energia del brano.
Il pianoforte di Giovanni Guidi conquista la scena quando introduce Little Susie, altro gran momento della serata. Un suono quasi sixties e psichedelico delle tastiere apre l’episodio più trascinante dell’intero concerto: si balla a ritmo di una quasi irriconoscibile Blood on the dance floor molto più funky dell’originale. Non manca uno spazio al lato più rock della musica di Jackson con Privacy, tratto dal troppo sottovalutato album Invincible. Nel bis Another part of me si guadagna una nota di merito per l’arrangiamento ancora più danzereccio e trascinante rispetto alla versione presente in Bad. Il concerto si conclude così fra gli scroscianti applausi della platea. Enrico Rava crede molto in questo suo nuovo progetto, tanto che pochi giorni fa ha anche pubblicato un disco Rava on the dance floor , in concomitanza con la partenza del suo tour estivo.
L’album è stato registrato dal vivo il 20 maggio ed il 30 novembre 2011 all’Auditorium Parco della Musica di Roma e rende bene lo spirito di questo sincero omaggio che il grande trombettista ha voluto fare a Michael Jackson, da lui stesso definito in una recente intervista “Un artista completo, assoluto, perfezionista. Un genio”.
Note: nella fotogallery sono presenti anche le immagini del concerto Wayne Shorter Quartet che ha preceduto quello di Rava