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William Olindo Martelli eroe abruzzese durante lo sbarco di Anzio

da Redazione

anzioLANCIANO – William Olindo Martelli (in America il cognome divenne Martello) “Willie” nacque a Franklin, contea di Norfolk, in Massachusetts, il 14 aprile del 1920, da Olindo Martelli (quarantatreenne “contanino” – figlio di Cesare e Daria Martelli) e Teresa Pasquantonio. Il padre di William era nato a Lanciano, in provincia di Chieti, il 25 gennaio del 1895, in “contrada Martelli”, da Francescopaolo Nicola (figlio di Cesare e Maria Martelli) e Laura Martelli ( figlia di Pasquale e Olimpia Pasquini).

Il padre decise di tentare il “sogno americano” e arrivò ad “Ellis Island”, nel 1913, a bordo del piroscafo “Italia”. Stabilì la sua residenza a Franklin e lì sposò l’italo-americana Teresa Pasquantonio che gli diede due figli: Laura e William Olindo. Purtroppo, alla fine del 1919, il padre morì. Così William non conobbe mai il padre. Dopo un anno la madre si risposò con Nicola Martello (parente del primo marito) con il quale ebbe altri tre figli: Florence, Mary e Vera. Il patrigno fu per William un vero ed amorevole genitore e fece ogni tipo di sacrificio per farlo studiare.

William si diplomò, nel 1937, alla “Franklin High School”. Si laureò alla “Boston University” ottenendo il riconoscimento “Phi Beta Kappa” (per studenti laureatisi con il massimo dei voti). Intanto coltiva una grande passione la musica. Era ritenuto un eccellente pianista e aveva già tenuto numerosi concerti. Ottenne un contratto dalla famosa “Grace Line”, come pianista di bordo, per una crociera verso il Sud America. Il 17 aprile del 1942 entrò nella “U.S. Naval Reserves” iniziando, l’8 aprile del 1943, il suo servizio navale. William O. Martello partecipò al programma di addestramento degli ufficiali navali della Columbia (“Columbia’s naval officers”) e, al termine del programma, il 28 luglio 1943, ricevette l’incarico di guardiamarina.

Fu secondo in comando a bordo di una nave da invasione al largo delle coste della spiaggia di Anzio dove, il 26 gennaio 1944 morì da vero Eroe. I sopravvissuti del mezzo da sbarco, colpito una mina nelle acque al largo di Anzio, riferirono che il guardiamarina Martello si era rifiutato di dare ascolto all’ordine di abbandonare la nave. Aveva invece equipaggiato una zattera di salvataggio e quando fu visto per l’ultima volta, mentre la nave si capovolgeva e affondava, stava lanciando in mare i salvagenti per i suoi marinai che rischiavano di annegare. Solo un mese prima della sua morte il guardiamarina William O. Martello scrisse a sua madre: “Per quanto riguarda la guerra, abbiamo dovuto adeguarci. Ma se un ragazzo non riesce a sopportare sacrifici allora la sua vita è un fallimento. Per questo non ho nemmeno paura della morte. Se facessi una cosa che indicasse la vigliaccheria il resto della mia vita sarebbe miserabile”.

A cura di Geremia Mancini – presidente onorario “Ambasciatori della fame”

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