L’unica società italiana ad aver organizzato più di 30 eventi in Cina nel 2022, lavorando con 139 cantine e sdoganando circa 100mila bottiglie di vino italiano
PESCARA – Wine Channel Srl, società italiana con sede in Abruzzo e nello Zhejiang, in Cina, chiude l’anno con una crescita significativa rispetto al 2021. Un risultato ancora più positivo se si pensa che per tutto il 2022 la Cina è stata ancora chiusa, con pesanti lockdown nelle città principali che hanno impedito lo svolgimento di importanti fiere internazionali.
Uno dei principali asset alla base di questa crescita è un progetto strutturato e consolidato nel tempo, che ha consentito alle aziende italiane interessate ad entrare e a lavorare con la Cina di inviare campioni di vino ovviando alla presenza diretta del produttore, e che ha fatto leva sulla competenza relativa alle procedure della dogana cinese per semplificare le operazioni di registrazione doganale e di controllo dei documenti.
Il mercato del vino italiano in Cina rappresenta ancora una quota marginale rispetto alle reali potenzialità e questo apre un capitolo incoraggiante per il futuro, dato che le abitudini di consumo dei clienti cinesi stanno cambiando molto velocemente, con l’ingresso di giovani wine expert e di donne sempre più interessate al settore e che stanno trainando categorie prima non pensabili come i vini bianchi, le bollicine e i vini rosati.
“Il consumo del vino in Cina quest’anno ha avuto un triplice cambiamento – spiega Zhou Yong, amministratore della Qingtian The Bridge Trading Co. – Prima di tutto, la richiesta sempre maggiore di vino di qualità: dalle analisi dei dati doganali, il numero delle importazioni è in calo, ma il prezzo del vino per bottiglia è in rialzo e ciò indica che i consumatori cinesi chiedono vini di qualità superiore. Come secondo cambiamento, l’espansione del bacino di consumatori di vino: in precedenza, il vino era appannaggio della fascia di età giovanile, come una delle sfaccettature del loro stile di vita, ora ci sono sempre più fasce di consumatori che nelle occasioni mondane bevono e rendono popolare il vino. Infine, le aree di consumo del vino in costante espansione: inizialmente l’importazione di vino era quasi totalmente esclusiva delle zone costiere, come ad esempio Shanghai, Zhejiang e Guangdong, mentre oggi le fasce di utenza delle città dell’entroterra è in crescita esponenziale, e le vendite di vino in regioni come l’Anhui, il Hubei, il Hunan e anche il Dongbei sono in aumento”.
Un altro aspetto importante è stato dato dalla flessibilità nell’organizzare eventi locali, ovviando alle chiusure delle grandi fiere e prediligendo i tipici roadshow grazie alla collaborazione con partner professionali come Interwine e Vinitaly: eventi di degustazione organizzati in hotel di lusso, dove vengono invitati buyer e distributori della provincia interessata. Con la formula “Enoteca Italia” di Wine Channel il pubblico di città da milioni di abitanti in tutta la Cina hanno potuto assaggiare e conoscere vini da nord a sud d’Italia, entrando in contatto diretto con i produttori o avvalendosi della struttura in Cina di wine Channel per chiudere trattative commerciali.
“La nostra mission è chiara – afferma Valentina Tenaglia, CEO di Wine Channel – contribuire allo sviluppo del vino italiano nel mercato cinese offrendo soluzioni concrete e su misura per le esigenze delle singole aziende. E’ stato un anno difficile, a causa delle restrizioni e dei continui cambiamenti di date che ci hanno costretti a fare lo slalom tra le province cinesi – racconta – ma la fiducia riposta nella nostra società da 139 cantine italiane e il risultato che abbiamo riportato quest’anno in termini di fatturato e di notorietà in Cina, ci spinge a fare ancora di più e ad ampliare ancora il nostro progetto, che già integra soluzioni a 360° tra fiere, comunicazione, logistica e servizi”.