Fu responsabile della “sartoria uomo” della “Jordan Marsh & Company “ di Boston. Era nato a Loreto Aprutino, in provincia di Pescara, nel 1897
LORETO APRUTINO – Zopito “Joseph” Nobilio nacque a Loreto Aprutino, in provincia di Pescara, in “via largo di Municipio”, il 31 ottobre del 1897, da Francescopaolo (trentaduenne “fornaio e macellaio” nato a Loreto Aprutino – figlio di Antonio e Annazopita Fiorenza) e da Vincenza Pomante (trentunenne “cucitrice” nata a Penne – figlia di Raffaele e Annadomenica Scarfia). I suoi genitori si erano sposati a Penne il 4 gennaio del 1891 (oltre a Zopito ebbero altri due figli: Carmela e Carlo). Il padre, Francescopaolo, emigrò alla ricerca del “sogno americano” nel 1905 (sbarcò ad “Ellis Island” dal piroscafo “Neckar”).
Solo nel 1914 fu nelle condizioni di far giungere negli Stati Uniti il resto della famiglia. Zopito che aveva appreso il mestiere di sarto, andando a bottega a Penne, trovò subito lavoro in una sartoria. La sua maestria di “sarto su misura da uomo” fu ben presto conosciuta. Erano in molti a richiedere, anche privatamente, i suoi servigi. Era d’uso, per la popolosa comunità italo-americana, farsi fare il vestito da sposo dal “sarto abruzzese”.
La sua bravura non sfuggì alla “Jordan Marsh & Company “ (famosa catena di grandi magazzini americana con sede a Boston , in Massachusetts e operante in tutto il New England) che gli offrì la responsabilità dell’intero reparto uomo. Con quell’incarico prestigioso Zopito coronò il suo “sogno americano”. Nel 1922 sposò Iginia Del Viscovo (nata a Grottaminarda, in provincia di Avellino, e arrivata negli Stati Uniti, sul piroscafo “Argentina” nel 1920 – morì in Massachusetts nel 1966) che gli diede tre figlie: Nina (studiò violino), Theresa (studiò pianoforte , e Mary (1930-2010 – sposò l’italo-americano Anthony Tufo ed ebbe quattro figli maschi – Ronald, Gary, Glenn, Mark – e una figlia femmina Lyndsey). Zopito “Joseph” Nobilio morì a Boston, in Massachusetts, nel 1985.
A cura di Geremia Mancini – presidente onorario “Ambasciatori della fame”